Guardiola, visto il simulatore Vidal? Ora chiedi scusa alla Juventus

Il tecnico dei bavaresi e Mueller criticano l’ex bianconero che si è procurato un rigore inesistente in Coppa di Germania. Però, a Torino, nella gara d’andata con la Juve, i tedeschi non dissero nulla sui clamorosi errori arbitrali, a cominciare dal fallo di mano dello stesso Vidal in area Bayern, rimasto impunito
Guardiola, visto il simulatore Vidal? Ora chiedi scusa alla Juventus

ROMAGuardiola e Mueller hanno censurato Vidal per avere simulato il fallo che ha procurato al Bayern il rigore decisivo ai fini della qualificazione alla finale di Coppa di Germania (Bayern-Werder Brema 2-0). Bene. Bravi. Peccato che le parole del tecnico e dell’attaccante non siano state il bis di quanto (non) dissero a Torino il 23 febbraio scorso, in calce a Juve-Bayern 2-2, andata degli ottavi di finale di Champions League. L’arbitro inglese Atkinson, designato da Collina, commise una serie di errori marchiani: in occasione del primo gol del Bayern, Lewandowski era sulla traiettoria del tiro di Mueller, al di là di tutti e in posizione attiva, impedendo a Buffon di vedere la partenza del pallone. E quando la gara era ancora sullo 0-0, Vidal intercettò il pallone con la mano in piena area tedesca, deviando il cross di Pogba per Dybala. Per non dire del secondo gol bavarese, viziato da un fallo in ripartenza: Lewandowski aveva falciato Bonucci a centrocampo, prima che il pallone arrivasse a Robben, autore della conclusione risolutiva. Nella gara di ritorno, all’allianz Arena successe di peggio, ma Guardiola fece la paternale alla Juve: “La squadra italiana non deve lamentarsi. Il Bayern quando perde controlli Real o il Barcellona va a complimentarsi con gli avversari, la Juve no”. Che bella frase, pronunciata con le parole di chi predica bene, ma razzola male.

Non risulta che ieri sera, Guardiola, Mueller e Vidal siano andati negli spogliatoi del Werder per chiedere scusa agli avversari dopo la simulazione del cileno. D’altra parte, tutto si tiene. Come non ricordare il rivoltante tweet pubblicato sul profilo ufficiale della società tedesca, il 16 marzo scorso, giorno della gara di ritorno contro la Juve, con il binario morto che finiva all’ingresso dello stadio Bayern, sormontato dalla scritta: “Qui è la fine”. La notizia fece il giro del mondo e, dopo la denuncia del nostro sito che lanciò’ l’hashtag #viaibinarinazisti, il Bayern chiese premurosamente scusa per avere urtato, con un atto involontario, la sensibilità di chi si fosse sentito oltraggiato da quel tweet. Aveva ragione Goethe: “In tedesco, mentire è essere cortesi".

x.j.

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