Juve, la scheda Benfica e il focus su Siviglia-Valencia

I bianconeri contro le Aquile lusitane, alle prese con una maledizione che continua ancora oggi. Dall'altra parte la corrida del Sanchez Pizjuan di Siviglia contro il Valencia di Vargas: ecco il quadro delle contendenti al titolo
TORINO - Benfica, Siviglia, Valencia: sono loro tre, una portoghese e due spagnole, le contendenti della Juve al trionfo in Europa League. Andiamo a scoprirle una per una.








BENFICA, LE AQUILE MALEDETTE 
Dopo essere stata beffata dall'Olimpiakos nel girone di Champions vinto dal Psg, il cammino europeo del Benfica sta ripercorrendo le tappe della precedente stagione: eliminata dalla Champions, arrivò fino alla finale di Europa League. Quest'anno, dopo aver travolto il Paok Salonicco nei sedicesimi, ha giustiziato il Tottenham negli ottavi e l'Az Alkmaar nei quarti.

LA CURIOSITÀ
- Nel palmares due Coppe dei Campioni, arrivate negli anni sessanta con i gol di José Aguas e di Eusebio nelle finali contro il Barcellona e il Real Madrid di Gento, Di Stefano e Puskas. L'allenatore era l'ungherese Béla Guttman, che resterà nella storia del calcio e del club per l'anatema che lanciò quando si vide negare un premio dalla dirigenza per aver vinto due volte di seguito il titolo di campione d'Europa: «Da qui a cento anni nessuna squadra portoghese sarà due volte campione d'Europa e il Benfica senza di me non vincerà mai più una Coppa dei Campioni». E dal 1962 mai più il Benfica riuscirà ad alzare un trofeo in Europa, risultando la squadra di calcio con più finali europee perse: ben sette contro Milan (1962-1963, Coppa dei Campioni), Inter (1964-1965, Coppa dei Campioni), Manchester United (1967-1968, Coppa dei Campioni), Anderlecht (1982-1983, Coppa Uefa), Psv (1987-1988, Coppa dei Campioni), ancora Milan (1989-1990, Coppa dei Campioni) e infine lo scorso anno in Europa League, sconfitti dal Chelsea di Benitez 2-1 in finale. E nel 1990 non servì neanche il pellegrinaggio della Perla Nera a Vienna, sulla tomba del tecnico della maledizione.

I PRECEDENTI -
1967/1968, semifinale di Coppa dei Campioni: di fronte al Benfica di Eusebio la Juve di Del Sol, Zigoni e Cinesinho guidata da Herrera. 2-0 portoghese all'andata e 1-0 al Comunale, con la pantera nera decisiva in entrambe le occasioni. Ci si ritrova nel 1993, quando il cammino vincente della Juventus in Coppa Uefa passò anche attraverso la sfida nei quarti proprio al Benfica: finì 2-1 in Portogallo, con la doppietta di Vitor Paneira intervallata dal rigore di Vialli per il provvisorio pareggio. Al ritorno i bianconeri del Trap (che nel 2004 si trasferì proprio a Lisbona a guidare le Aquile al titolo nazionale) infilarono per tre volte la porta avversaria: Kohler, Dino Baggio e Ravanelli piegarono Paulo Sousa, Rui Costa e compagni e proseguirono il cammino vittorioso battendo in seguito PSG e Borussia Dortmund.

LO STADIO
- Estadio Da Luz, lo 'Stadio della Luce', più di 65mila spettatori, è uno dei più grandi d'Europa e ospiterà la finale di Champions League di questa stagione.

IL CAPITANO -
 L'esperto Luisao, difensore pilastro della squadra, con i suoi 193 centimetri diventa l'attaccante aggiunto dei portoghesi sui calci piazzati.

OCCHIO A -
 Il bomber Cardozo, paraguaiano e beniamino dei tifosi, oltre cento reti con la maglia rossa dal 2007. Due volte capocannoniere in Portogallo, tre stagioni fa re dei marcatori anche dell'Europa League, in rete su rigore nella scorsa finale. Il suo compagno d'attacco è Rodrigo, brasiliano del 1991 cresciuto dal Real Madrid e poi definitivamente trasferitosi a Lisbona nell'affare Coentrao. Naturalizzato spagnolo, è il massimo bomber di sempre dell'U21 Roja con 15 gol. Già due centri pesanti nella competizione negli ottavi e nei quarti. La freccia di riserva per l'arco lusitano è Lima: il brasiliano ha il gol facile e si esalta contro le big come già accaduto con Psg e Tottenham in questo cammino europeo. Menzione anche per gli argentini Garay e Salvio: il primo, difensore, spesso nei radar di mercato, l'altro esterno d'attacco dalla tecnica sopraffina e uomo-assist.

LA FRASE
- Jorge Jesus, tecnico dei lusitani, ha dichiarato prima del sorteggio dei quarti di finale: «Se dovessi scegliere di evitare una squadra, direi la Juventus».

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SIVIGLIA, UN MARESCA NEL CUORE
La squadra andalusa, in prima fascia nel sorteggio della fase a gironi di Europa League, ha vinto il suo gruppo contro le non irresistibili Slovan Liberec, Friburgo e Estoril Praia, approdando al tabellone finale dove ogni turno si è trasformato in una battaglia, con tutte le qualificazioni arrivate con grande sofferenza: 4-3 totale al Maribor nei sedicesimi, il derby con il Betis negli ottavi deciso solo ai calci di rigore nello stadio avversario, la rimonta-trionfo in casa 4-1 dopo il ko nella tana del Porto nei quarti. Nel palmares europeo figurano due Coppe Uefa consecutive, un clamoroso back to back nelle stagioni 2005/2006 e 2006/2007, oltre alla Supercoppa Europea nel 2006. La statistica sorride alla squadra di Unai Emery: entrambe le volte che il Siviglia è arrivato alle semifinali di un torneo europeo lo ha vinto.

I PRECEDENTI - Mai nessun precedente ufficiale tra le due squadre.

LA CURIOSITÀ - Un centrocampista unisce le due squadre: Enzo Maresca, dopo stagioni a singhiozzo in bianconero con il gol nel derby e la celebre esultanza mimando la corsa di un toro, si trasferì in Andalusia e fu il protagonista delle due stagioni trionfali in Europa del club spagnolo, con una doppietta nella prima finale di Coppa Uefa e il titolo di miglior giocatore della partita.

LO STADIO - Il Sanchez-Pizjuàn, 45,500 posti, è la 'Bombonera' degli andalusi: una bolgia da corrida accoglie la squadra ospite in un impianto talismano per la nazionale spagnola, mai sconfitta su questo terreno di gioco.

IL CAPITANO - Ivan Rakitic, classe 1988, nel mirino della Juve quando il croato-svizzero esplose nello Schalke 04 che guidò ad una storica qualificazione ai quarti di Champions League nel 2008. Contatti con il club bianconero, poi non se ne fece più a e lo prese proprio il Siviglia che ne ha fatto un simbolo oltre che fulcro della manovra.

OCCHIO A - José Antonio Reyes, trequartista e ala dalla grande esperienza internazionale: era nell'Arsenal che nel 2006 eliminò i bianconeri in Champions League, venendo sconfitti solo dal Barcellona in finale. Davanti schierano il pericolosissimo Gameiro, bomber della squadra in Europa insieme al colombiano Bacca.

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VALENCIA: BLASONE, SOLIDITÀ E ESPERIENZA
Un girone dominato con Swansesa, Kuban e San Gallo e poi nella fase ad eliminazione diretta Dinamo Kiev, Ludogorets e l'incredibile rimonta col Basilea: ecco come il Valencia è arrivato alle semifinali di Europa League. Il club valenciano, che tuttora affronta i postumi della grande crisi finanziaria societaria, ha un palmares europeo di tutto rispetto con una Coppa delle Coppe, una Coppa Uefa e due Supercoppe Europee.

I PRECEDENTI - Mai nessun precedente ufficiale tra le due squadre. Ma fu il Valencia a portare in Spagna Predrag Mijatovic per poi cederlo al Real Madrid dove divenne tristemente famoso per i tifosi della Juve per il suo gol in fuorigioco che decise la finale di Champions del 1998.

LA CURIOSITÀ - come il Trap col Benfica, servì un tecnico italiano alla squadra per poter tornare a vincere un trofeo dopo un digiuno di 19 anni: Claudio Ranieri nel 1999 guidò Carboni, Mendieta, Kily Gonzalez e gli altri alla Coppa del Re e alla Supercoppa di Spagna. Dopo di lui Hector Cuper, il tecnico delle due finali Champions perse e un'etichetta di eterno secondo che lo accompagnò anche nella sua avventura all'Inter. E il posto dell'Hombre Vertical fu preso da Benitez che con il Valencia vinse il campionato.

LO STADIO - Il Mestalla, 55mila posti, regala un'atmosfera caldissima ai padroni di casa.

IL CAPITANO - Ricardo Costa, difensore portoghese che in carriera ha vinto tutto con il Porto: Uefa, Champions e Intercontinentale. Grande esperienza e sicurezza, comanda il reparto con personalità.

OCCHIO A - Paco Alcacer, attuale vicecapocannoniere della competizione con 7 reti e bomber degli spagnoli con 21 anni ancora da compiere, e Edu Vargas, il cileno che a Napoli non ha brillato ma che in Spagna sta conquistando tutti con le sue giocate rapidissime e tecniche. Il Valencia, 12 partite e 23 gol, è la squadra più prolifica della competizione, quella che tira più in porta e che per sette volte su dodici ha mantenuto la porta inviolata.


Vladimiro Cotugno
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