Lo prendono in giro per l'inglese, Mazzarri si vendica su Mourinho e sui social

Sei anni fa l'allenatore italiano era stato definito "un asino incapace di diventare un cavallo di razza"
Lo prendono in giro per l'inglese, Mazzarri si vendica su Mourinho e sui social

TORINO - I tecnici italiani hanno scelto la Premier League per rimettere (sportivamente) a posto le cose con Josè Mourinho. Prendete Claudio Ranieri, spesso nel mirino dei lazzi dello Special One. La passata stagione l'allenatore romano ne aveva causato il licenziamento battendo il Chelsea con il Leicester. Oppure prendete Walter Mazzarri, che sei anni fa era stato definito “un asino incapace di diventare un cavallo di razza” (parole del portavoce del portoghese) soltanto per aver fatto un paragone – ritenuto evidentemente ardito – tra il suo lavoro e quello di Mou. Un concetto fatto inghiottire allo Special One e al suo entourage nel lunch match domenicale, dopo il 3-1 del Watford al Manchester United. Perché è vero che stare lontani dall'Italia smussa i toni delle polemiche, però è anche ragionevolmente vero che a Mazzarri quella frase sia comunque rimasta in mente, rendendo così ancora più piacevole la prima vittoria personale sul collega. Dato che fa il paio con il ritorno al successo dei londinesi sui Red Devils dopo oltre trent'anni.

 

CRISI ROSSA - Un risultato che certifica la crisi dello United, ancora alla ricerca di se stesso dopo le fatiche patite con Louis Van Gaal in panchina e dopo aver dato vita a un mercato pirotecnico, dietro le direttive di Mourinho. A Vicarage Road è arrivata la terza sconfitta consecutiva, aggiungendo a quelle con il City nel derby e con il Watford anche quella in Europa League con il Feyenoord. Mazzarri, dal canto suo, se la gode, dimenticando le prese per i fondelli estive agli esordi pubblici con la lingua inglese e i dubbi sulla capacità di portare il suo calcio in Inghilterra, dove lo ha voluto la famiglia Pozzo. Mazzarri arrivava da un bruciante esonero dall'Inter e da una stagione successiva in cui era rimasto disoccupato. Ha lavorato, ha studiato, ha tenuto duro. E si è ripresentato al pubblico. Nel Watford ha trovato volti noti come quelli di Britos, Behrami e Zuniga, suoi giocatori a Napoli, mentre i Pozzo gli hanno messo a disposizione buon materiale su cui lavorare come Prodl in difesa, Pereyra a centrocampo e la coppia d'attacco Ighalo-Deeney. Mazzarri, di suo, ci ha messo il solido 3-5-2 (o 3-4-1-2) unito all'abituale etica del lavoro. L'inizio non era stato dei migliori, con le sconfitte contro Chelsea e Arsenal (due big, comunque) seguito al pareggio al debutto in casa del Southampton. E la caduta in League Cup contro il piccolo Gillingham (League One, la nostra Lega Pro: un'Alessandria, per capirci) aveva alimentato i dubbi, aumentati dallo 0-2 dopo mezz'ora contro il West Ham una settimana fa. Poi il Watford ha raddrizzato il match, vincendo 4-2. E poi è arrivato il Manchester United. E la Premier League ha scoperto un altro italiano vincente.

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