De Zerbi a casa di Klopp: esordio da sogno

Il tecnico italiano giura: “Brighton ambizioso, non arrogante”, e l’allenatore del Liverpool lo esalta: “È coraggioso”
De Zerbi a casa di Klopp: esordio da sogno © EPA

LONDRA - I sogni - quelli del bambino che rincorreva un pallone nel cortile di casa e che, tirando verso una porta immaginaria fatta di barattoli di latta e pietre, commentava a voce alta le sue prodezze - erano altri. Roberto De Zerbi, con quel sinistro magico e tremendamente precoce, li aveva accarezzati, cullati e alimentati partendo proprio dal cortile della casa di Mompiano, il quartiere dello stadio Rigamonti, il tempio di quel Brescia che, grazie soprattutto alla passione trasmessagli da papà Alfredo, per primo gli aveva donato un amore sconfinato per il calcio. “Il Piccolo Genio” lo chiamavano ai tempi delle giovanili del Milan, in onore al “Genio” più famoso di quegli anni, quel fenomeno chiamato Dejan Savicevic che con il Milan delle stelle dominava in Europa e nel mondo. Il sogno di varcare la soglia degli stadi più gloriosi del pianeta con il numero 10 sulle spalle alla fine è diventato realtà solo in parte. Una buona carriera quella del De Zerbi calciatore, che però ha solo lambito le vette che un talento come il suo aveva fatto presagire. Marcel Proust diceva che «è raro che una felicità venga esattamente a posarsi sul desiderio che l’ha reclamata». Quel desiderio, però, non si è mai sopito nella mente di De Zerbi. Ed ora, infatti, è pronto a diventare realtà, seppur in una forma diversa. Poco importa, infatti, se questo pomeriggio, varcando le porte del mitico Anfield, uno dei templi sacri del football mondiale, Roberto De Zerbi non avrà il numero 10 sulle spalle.

La prima di De Zerbi

Il tecnico bresciano, alla sua prima partita da allenatore del Brighton, guardando il muro rosso di Anfiled e sentendo alzarsi dalla Kop il boato fragoroso del “You’ll Never Walk Alone” cantato a squarciagola, penserà alla tragedia ucraina, a quanto lasciato a Donetsk e, probabilmente, non batterà ciglio. Non è nelle corde di un bresciano di ferro come lui mostrare a tutti le proprie emozioni. È lecito immaginare, però, che, almeno per un attimo, nella sua mente scorreranno velocemente come in un caleidoscopio le immagini accumulate lungo la strada che lo ha condotto fino allo stadio che fu del mitico Bill Shankly. Ed è allora che quella felicità inseguita sin da bambino si paleserà nella forma tipica dell’orgoglio. «Penso di poter fare bene al Brighton», ha detto prima della gara con la convinzione e il coraggio che lo hanno sempre contraddistinto. Prendere in mano le redini di una squadra in salute, ben organizzata e che per anni ha vissuto in simbiosi con il proprio tecnico, è impresa non semplice. Per De Zerbi sostituire Potter è un po’ come entrare bendati nel museo del cristallo di Boemia: il rischio è che qualsiasi cosa tocchi possa distruggere le certezze tattiche accumulate sotto la gestione del tecnico inglese. Il Brighton costruito dall’attuale manager del Chelsea è, infatti, diventato pian piano una macchina vicina alla perfezione, capace di imporre ovunque il proprio gioco e, spesso e volentieri, di far piangere anche le più grandi. Chiedere al Man United di CR7 per referenze recenti. De Zerbi, tecnico preparato e uomo intelligente, è ben consapevole delle difficoltà che questa nuova avventura può riservare: «La squadra sa di essere forte, ma bisogna mantenere umiltà. Io vorrei portare qualcosa di mio che vada oltre alla mentalità, vorrei non fare troppo ma fare qualcosa e non è facile in una squadra che stava già andando bene», ha ammesso. Quel «qualcosa di mio» di cui parla diventa, pertanto, il primo obiettivo da inseguire, anche se propedeutico a quello più generale, un sogno che tutti a Brighton coltivano: vedere i Seagulls giocare in Europa. «Dobbiamo e vogliamo essere ambiziosi, ma questo non significa essere arroganti. Il nostro obiettivo deve essere sempre quello di alzare l’asticella», ha ammesso lui stesso. Certo, per un allenatore di calcio iniziare la propria esperienza inglese ad Anfield e ricevere il battesimo di Premier dal Liverpool di Jurgen Klopp, per quanto emozionante e prestigioso, non è una di quelle cose da inserire nel catalogo delle agevolazioni. Per quanto ancora molto lontana dalla squadra schiacciasassi della scorsa stagione, la formazione di Klopp, soprattutto in casa, è quasi imbattibile: i Reds, infatti, non perdono ad Anfield in una gara di Premier da ben 26 partite (20 vittorie, 6 pareggi). Il battesimo, dunque, sarà davvero di fuoco per De Zerbi, che intanto incassa anche il graditissimo endorsement del tecnico rivale: «Roberto è un allenatore davvero coraggioso, influente e che ha un’idea di calcio che si adatta al Brighton», ha detto Klopp. «Non sappiamo cosa aspettarci a parte il fatto che sarà un ottimo avversario». Il nuovo cammino di De Zerbi è, dunque, pronto a partire da Anfield Road. Poco importa se lui non avrà la numero 10 sulle spalle: quello che conta è che la felicità tanto inseguita possa finalmente posarsi sul desiderio di quel bambino pieno di talento.

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