Forte e consapevole: il trionfo della Roma femminile

Club, tecnico, giocatrici. Tutte le firme sul secondo scudetto di fila conquistato dalle giallorosse
Forte e consapevole: il trionfo della Roma femminile© Getty Images
Lo scudetto della maturità, lo scudetto della consapevolezza. Potrebbero sembrare concetti banali mentre si festeggia un tricolore fatto di 20 vittorie in 22 gare, miglior difesa, miglior attacco, una media di 2,5 reti a partita e 15 giocatrici andate a segno. Invece spiegano perfettamente la genesi, l’evoluzione e, infine, la vittoria del secondo tricolore consecutivo da parte della Roma.
Basta riavvolgere il nastro e rivedere i tre scontri diretti in campionato con la Juventus: quella sorta di timore reverenziale che aveva caratterizzato le sfide fino alla scorsa stagione – pur culminata con il medesimo epilogo – quest’anno è svanito con la stessa facilità con cui si scoppia una bolla di sapone. Siamo le più forti e lo sappiamo. Senza presunzione, ma appunto con consapevolezza.

Roma femminile: il segreto del successo

Qui sta la chiave dell’ottimo lavoro che il club giallorosso ha saputo fare su un gruppo di per sé già molto forte e rafforzato in estate, qui sta la capacità di aiutare le ragazze a crescere anche sotto l’aspetto mentale. Della serie il passato non conta, conta l’oggi e oggi possiamo lottare su tutti i fronti. Il primo le giallorosse lo hanno mancato proprio contro la Juve, in quella Supercoppa di gennaio capitata nel momento più difficile di una stagione che, anche se i numeri raccontano un’altra storia, non ha risparmiato alcune complicazioni.

Il secondo, lo scudetto, se lo sono prese con una fame e una superiorità mai in discussione. Il terzo è quello a cui lavoreranno da qui al 24 maggio, giorno della finale dii Coppa Italia contro la Fiorentina. Il club, dicevamo. Che non solo ha creduto, ma ha rinforzato un gruppo che lo scorso anno - in quella comunque magica notte al Camp Nou - aveva messo la Roma tra le otto potenze europee della Champions League. A partire dalla famiglia Friednik che "ha sempre considerato il settore femminile uno degli elementi chiave nel processo di crescita del club", come aveva spiegato la ceo Lina Souloukou, le cui mani sapienti si sono posate anche su questo successo.

Spugna blindato fino al 2026

Che porta la firma dell’Head of Women’s Football Betty Bavagnoli - non a caso recentemente blindata fino al giugno 2027 - a fianco di quella del tecnico Alessandro Spugna, non a caso recentemente blindato fino al giugno 2026. Spugna. Colui che al gol vittoria all'85' di Viens lunedì scorso al Tre Fontane, proprio contro la Juve, esulta come un pazzo perché sa di aver (di fatto) appena vinto lo scudetto, ma che pochi minuti dopo dice “no, finché la matematica non ci dice che è finita”.
Vulcano e mare calmo in un’anima sola, capace di gestire uno spogliatoio pieno di talenti e proprio per questo tutt’altro che facile, capace di far sentire tutte uguali (e non solo perché non gli piace parlare di turnover) e allo stesso tempo di esaltare ciascuna delle sue ragazze. Vedi l’exploit della giovanissima Pilgrim. Un tecnico che non ama i formalismi, che si arrabbia palesemente quando l’eliminazione ai gironi di Champions non è causa solo delle prestazioni in campo, che punge ma rispetta, che esalta ma contiene. Che adesso vuole il double e che il prossimo anno vuole tornare tra le otto migliori d’Europa. Con una squadra più matura, più consapevole. E nessuno meglio di lui sa che questi concetti sono tutt’altro che banali. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA
Loading...