Lanzini resta caldo, Il Toro ora stringe

La dirigenza granata è già al lavoro per costruire la squadra di domani, nel mirino il talento sudamericano
TORINO - Meglio cominciare dal principio, con un sintetico quanto essenziale riassunto delle puntate precedenti. Luciano Zavagno, punto di riferimento del Torino in Sud America, relaziona costantemente il ds granata Gianluca Petrachi riguardo i migliori talenti pescati e valutati principalmente tra Argentina, Uruguay e Brasile: un elenco nutrito e variegato, chiaramente da scremare attraverso video e relazioni. Dopo una prima cernita, il braccio destro di Cairo decide di intervenire e, con l’approvazione presidenziale, si reca sul posto per approfondire la conoscenza con la realtà calcistica sudamericana e soprattutto per esaminare da vicino i prospetti in questione, oltre ad avere l’opportunità di portare avanti trattative in presa diretta. Partenza il 5 marzo e via subito al lavoro: una maratona fatta di partite (una quindicina in dieci giorni), allenamenti da visionare, summit e un aereo dopo l’altro per girare da Buenos Aires a Montevideo e pure una tappa in Brasile. Un lavoro intenso e al tempo stesso evidentemente proficuo, considerato che adesso il Torino sta, per così dire, tirando su la rete per completare la pesca. E’ arrivato il tempo delle trattative, mai semplici quando distanze e rilanci portano ad allungare i tempi e a favorire inserimenti, aste e ogni altro ostacolo per concretizzare affari. Tant’è, il Torino invece prova ad accelerare ed è pronto a farlo per quello che è sembrato il gioiello più prezioso balzato agli occhi granata nella missione sudamericana.

DIAMANTE Perché pare che Petrachi sia rimasto positivamente abbagliato dal cristallino talento di Manuel Lanzini e abbia conseguentemente, come è facile immaginare, informato il presidente Cairo. Il quale è dunque disposto ad allargare i cordoni della borsa per provare a prendere il numero 10 del River Plate. Un diamante da sgrezzare, ma pur sempre un diamante. E come tale, caro. Perché il River spara subito per il proprio fantasista, dovendo a maggior ragione fare i conti con i problemi economici nel quale versa il club di Buenos Aires. Il Torino ha formalizzato l’offerta nella scorsa settimana: 5 milioni di euro, una sorta di proposta “prendere o lasciare” per mettere nelle condizioni i Millonarios di riflettere in fretta e pure per prendere in contropiede la nutrita (e agguerrita) concorrenza. E se da una parte procedono i discorsi con la società argentina, dall’altra vanno avanti i contatti direttamente con l’entourage del giocatore classe 1993. E anche sotto questo aspetto si profila una nuova svolta, in modo da avvicinare il più possibile la fumata bianca. O quantomeno per non lasciare a di intentato.

LE INTENZIONI Il Toro fa sul serio e la giornata a Milano per l’assemblea di Lega cade a proposito anche per parlare intensamente di mercato. Annunciato il primo colpo, il difensore svedese Jansson, i granata lavorano per piazzare un’altra zampata. E lunedì, a margine di consiglio e assemblea di Lega della serie A - dove si discuterà anche della richiesta di spostamento del match Chievo-Torino fissato il 4 maggio - è previsto un incontro tra la dirigenza granata e l’entourage di Lanzini: un altro passaggio nodale per la trattativa. Convincere con la forza del progetto e pure con una proposta contrattuale adeguata il numero 10 del River sarà una carta determinante per il Torino. Del resto lo stesso presidente del River Plate, D’Onofrio, aveva precisato come il club di Buenos Aires volesse «capire le intenzioni del diretto interessato e poi decidere per l’eventuale cessione. Noi siamo disposti a valutare qualsiasi offerta». La sensazione è che la partita, per i granata, si possa vincere soprattutto nel caso di un’intesa a stretto giro di posta, prima di pericolosi inserimenti.Leggi l'articolo completo su

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