Se parte Arturo la Juve va su Guarin

Se parte Vidal, i bianconeri si butteranno sul nerazzurro. Quante sfide con l’Inter: anche per Hernandez. Thohir non è ancora riuscito a vendere il colombiano, offerto pure al Manchester. Marotta lo ha prenotato già da gennaio
TORINO - Exit strategy, la chiamano in Inghilterra. Per la Juventus si può parlare di pianificazione emergenziale, tutt’attorno al caso più importante ancora in piedi a Torino, sulla sponda bianconera della città. Al centro del palcoscenico, Arturo Vidal. Ai suoi fianchi, da una parte Andrea Agnelli e Beppe Marotta, dall’altra Massimiliano Allegri. Sullo sfondo, con le fattezze di un convitato di pietra, Louis Van Gaal, l’allenatore-manager del Manchester United. Alla finestra, Brendan Rodgers, il tecnico del Liverpool. Ma poi c’è anche una via d’uscita che porta dietro le quinte. E da lì, a sorpresa, in questa commedia non degli equivoci ma dei milioni, potrebbero ancora materializzarsi in extremis anche altri candidati acquirenti: il passato, in tal senso, aveva portato a galla i nomi del Real, del Chelsea, del City, in un saliscendi di aspettative e gradimenti.

IL BIVIO DI ARTURO -
Per le strategie della Juventus è fondamentale il bivio disegnato da Vidal, un centrocampista fuori dal comune che segna come un attaccante (18 reti in 46 presenze, già soltanto nell’ultima stagione tra campionato e Coppe) e azzanna come un piranha, in mediana. Resta o non resta? La sceneggiatura sta per sfornare gli ultimi capitoli.

IL PIANO A - Di sicuro c’è un piano A, se vogliamo chiamarlo così. E’ molto semplice riassumerlo, anche perché non è cambiato d’una virgola nonostante Antonio Conte sia imploso. La Juventus non ha messo in vendita Vidal, non vuole cedere Vidal, è ben contenta di tenersi Vidal. Ma sono stati proprio i vertici bianconeri a ribadire che la decisione potrebbe anche essere ribaltata, in caso di offerte straordinarie (non inferiori a 45/50 milioni) e di fronte a un giocatore che dovesse esprimere, all’improvviso, un desiderio di fuga. Si sa: l’ineffabile Fernando Felicevich, l’agente del cileno, un pezzo grosso del mercato con il suo sottobosco di trattative e inciuci, incontrerà Marotta a stretto giro di posta. E’ stato lui ad arare il terreno: per libera scelta. E’ stato lui a raccogliere proposte per il suo assistito. Sarà lui, adesso, a sottoporre ai bianconeri le offerte migliori, prima di un’eventuale trattativa finale tra i club.

LA VIA D'USCITA - Questa storia gira e rigira da settimane, soprattutto in considerazione delle ripetute mosse dello United (e del Liverpool, nell'ultimo periodo). Da Manchester fonti vicine ai Red Devils riferiscono di un’offerta in arrivo più alta di quella precedente: a quota 45, per l’appunto. Ordunque, in un tale scenario, si può forse immaginare che Agnelli e Marotta si facciano trovare impreparati? No, naturalmente. Difatti l’ad sta lavorando da tempo a questa benedetta maledetta exit strategy. Benedetta per le strade dei conti societari: per la Juventus poter utilizzare una parte del ricavato dell’eventuale cessione di Vidal sarebbe ossigeno puro, a fronte del rosso a bilancio, in aumento rispetto alla stagione 2012-2013. Maledetta, perché sulla carta è dura trovare un altro centrocampista tanto efficace, decisivo, esplosivo, maturo. Ma un dirigente non può mai arrestarsi sul posto. E così Marotta ha già da tempo preparato un paracadute: porta il nome del colombiano Fredy Guarin, già prenotato a gennaio, in rotta con l’Inter. Un bel motorino di quantità e qualità. Che il ds nerazzurro Piero Ausilio sta cercando di piazzare a destra e a manca. L’Inter l’ha offerto anche allo United. Sperando di dar vita a uno scambio: con Chicharito Hernandez, eclettico attaccante a sua volta in uscita da Manchester.


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