Khedira: «Non ho lasciato il Real Madrid per soldi»

Il nuovo centrocampista della Juventus: «Ero stanco e stressato, ho bisogno di nuovi stimoli»
Khedira: «Non ho lasciato il Real Madrid per soldi»© EPA

TORINO - «Non sono andato via dal Real Madrid per una questione di soldi, ma perché ero stanco e stressato». Sami Khedira, nuovo acquisto della Juventus, è tornato a parlare dei motivi che lo hanno spinto a lasciare la maglia delle merengues e tentare l'avventura in Serie A: «Il Real Madrid mi ha offerto un contratto enorme - ha spiegato il calciatore tedesco a 'Welt am Sonntag' - e restando avrei potuto vincere ancora di più. La mia decisione di lasciare il Real Madrid non è stata una questione di soldi. A un certo punto ho detto a mio procuratore Jörg Neubauer, che tra l'altro è un grande tifoso del Real, che volevo cambiare aria. Ero stanco e stressato, anche se sono stati 5 anni fantastici. Il Real ha un'immagine all'estero che difficilmente può essere descritta a parole. Il Real è una calamita. Non importa dove uno si trova, ci saranno sempre migliaia di tifosi intorno. Questo ho vissuto io e anche nell'angolo più remoto del mondo c'era sempre qualcuno che mi riconosceva».

«FINALMENTE JUVE» - Insomma, il Real «è un club unico dove hai sempre obbligo di dover vincere a tutti i costi. È una cosa che non avevo mai sperimentato». Dopo il Mondiale, confessa Khedira, «mi sono sentito per due o tre mesi completamente esaurito. Soprattutto mentalmente. Ora sono di nuovo in forma e voglio continuare a divertirsi a giocare. La Juve è un club fantastico, un club con una grande tradizione e un futuro promettente e io voglio fare la mia parte. Sono contento della mia nuova scelta. Non è stato facile andare avanti nella stagione passata, non voglio lamentarmi, ma posso dire che l'anno passato è stato il più difficile della mia vita. Ho giocato poco e in più questi ultimi mesi poi sono stati ancora più difficili perché non conoscevo il mio futuro». Che adesso sarà bianconero per quattro anni, ma Khedira non dimentica il passato («Io e i miei fratelli vivevamo in un piccolo appartamento») e soprattutto chi è meno fortunato: «Come calciatori siamo un boccaglio per tanti ragazzi. Grazie alla nostra popolarità, siamo in grado di ottenere molto ma io voglio aiutare i bambini e i giovani della regione intorno a Stoccarda, perché anche loro devono avere la possibilità che ho avuto io. Non tutti hanno questa opportunità, i miei genitori mi hanno sostenuto fin dalla tenera età e ora con la mia Fondazione aiuto due orfanotrofi. Ho incontrato quei bambini e quei ragazzi giovani, ho parlato con loro del fatto che non c'è niente nella vita scontato. Sono contento di quello che ho avuto dalla vita - aggiunge - però a volte preferirei un po' meno soldi e un po' più di privacy. In questa vita conta soprattutto avere buone persone intorno e gli amici onesti non si possono certo comprare con i soldi. O li hai, o non li hai. I viaggi sono il mio nuovo hobby».

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