Da Avelar ad Acquah, la ripartenza Toro con vista sui piani alti

L’ambizione non si affloscia e il presidente Urbano Cairo garantisce che vuole tenere i big
Da Avelar ad Acquah, la ripartenza Toro con vista sui piani alti© PAOLO RATTINI/PEGASO NEWSPORT

TORINO - La ripartenza granata è cominciata. L’ambizione non si affloscia e il presidente Urbano Cairo garantisce che vuole tenere i big: partono solo dietro offerte mostre ed entro la fine del mese. Poi, incatenati alla maglia. Sul mercato, obiettivi mirati, e subito centrati. E vabbé, su Valdifiori era il Napoli ad avere la carta più alta. Il primo così è stato Avelar. Danilo Avelar, brasiliano con passaporto italiano. Il Toro che mette la freccia a sinistra. Ben sapendo che sugli esterni ci sarà almeno una partenza eccellente. Probabilmente è inevitabile: tra Matteo Darmian super richiesto da Napoli, Bayern e e Barcellona e Bruno Peres concupito da Roma, Porto e non solo la possibilità di salutare un big granata ci sono, eccome. Avelar si è subito schierato: «Sogno di ripetere il cammino di Junior, idolo dei tifosi e d esempio cui ispirarmi». Tanto per non perdere tempo, si è messo subito al lavoro dopo la vacanza a Buzios. «Mi preparo per la prossima stagione», ha scritto su Instagram. E’ la sua grande occasione, dopo la retrocessione con il Cagliari, per di più in un ruolo esaltato dal tecnico Giampiero Ventura.

MUSCOLI TORO - E poi Afriyie Acquah. Un pieno di forza giovane. Il secondo acquisto granata, dopo quello di Danilo Avelar. Per il centrocampista ghanese contratto sino al 2019 e un esborso di quasi 3 milioni. «Acquah è veramente entusiasta di ripartire da Torino». E difatti twitta: «Grazie di cuore Torino per l’opportunità. E grazie anche a Parma, Sampdoria e Hoffenheim». Ora è pronto per esplodere. L’inseguimento al ventitreenne di Accra si è concluso positivamente. Il Toro lo voleva già la scorsa estate e a gennaio aveva provato l’offensiva. Adesso, l’investimento è andato a buon fine e il centrocampista vestirà la maglia granata. Per puntare sempre più in alto, alzando l’asticella dell’ambizione.

DOVE LO METTO - Acquah calcia bene con i due piedi, ma preferisce il destro. Un mix esplosivo di velocità e forza fisica. Uno di temperamento e pure di classe. Non a caso gioca dove lo metti e sa smistare la palla con dovizia, servendo i compagni come un vero regista, anche se poi non è il suo ruolo. Meglio come mezzala destra, ovvio. Però la sua duttilità sarà un’arma in più per Giampiero Ventura. In patria lo paragonano a Michael Essien, idolo di un’intera generazione. L’ex Chelsea, più volte pallone d’oro dell’Africa, prima dell’infortunio al ginocchio era uno dei più forti al mondo. E per i giovani connazionali un esempio da seguire, uno dal quale prendere ispirazione. Un totem. A Palermo dal febbraio 2010, ha poi giocato nel Parma in due round e quindi nella Samp, mentre con l’Hoffenheim non ha avuto particolare fortuna. In blucerchiato ha anche trovato la via del gol, segnando all’Udinese. Insomma, con quei colori si è rimesso in moto giusto per tornare a piacere al Toro. Il 15 febbraio 2012 l’esordio con il Ghana, mentre nel 2014 ha giocato i Mondiali in Brasile. In totale, 15 presenze e una rete con le Black Stars.

DERBY CON ASAMOAH - Pronto anche il match da non perdere, tutto in… famiglia. Non a caso un suo follower su Twitter è il connazionale Kwadwo Asamoah, esterno sinistro della Juventus. I due già pregustano un derby in salsa ghanese sotto la Mole. Sono buoni amici e il bianconero aiuterà il giovane ad ambientarsi in città. La comunità ghanese si arricchisce di un talento.

I FATTORINI - E la storia si rinnova. Ricordate Duah, Kuffour e Gargo? Sedicenni e campioni del mondo di categoria, vennero presi dal Torino di Borsano aggirando le norme (erano definiti fattorini della società). Un vero caso che fece esplodere la polemica. Dei tre, poi, è esploso solo Kuffour, pilastro del Bayer Monaco per un decennio, e poi di nuovo in Italia con Roma e Livorno. Gargo ha fatto buone stagioni a Udine, poi Venezia e Genoa. Meno glorioso l’iter di Duah tra Turchia, Spagna, Portogallo. Meglio, assolutamente meglio Abedi Pelè, il più grande di tutti, vincitore tra l’altro del pallone d’oro africano per tre volte (negli anni 1991, 1992 e 1993). La sua avventura in granata inizia nel 1994, una prima stagione di grande livello condita da 10 gol, la seconda condizionata dalla classifica e culminata con la retrocessione. Ma è rimasto nel cuore dei tifosi che lui ricorda sempre con grande emozione.

© RIPRODUZIONE RISERVATA
Loading...