Allegri, Cuadrado sì ma il sogno è Oscar

Il tecnico della Juventus firma il nuovo contratto e pianifica il mercato
Allegri, Cuadrado sì ma il sogno è Oscar© www.imagephotoagency.it

TORINO - Nessuna sorpresa, anzi la conferma ha un sapore ancor più godurioso per il popolo bianconero: Massimiliano Allegri rinnova il contratto con la Juventus fino al 30 giugno 2017. Non c’era motivo, in verità, per ipotizzare un esito diverso in una storia fatta di sorrisi e successi, però il fatto che l’incontro tenutosi in sede prima delle vacanze dell’allenatore non si fosse concluso con la fumata bianca aveva destato un minimo sospetto. Era questione, esclusivamente, di trovare un accordo definitivo sul nuovo ingaggio del tecnico, tra domanda e offerta da far collimare. Tutto risolto, anche nei minimi dettagli.

STIPENDIO AL TOP - Nuovo accordo, dunque, di durata biennale, magari con la possibilità - tra 12 mesi - di ritrovarsi a tavolino e prolungare fino al 2018. Sullo stipendio le discussioni sono state più accese: la Juventus ha offerto un aumento dai 2,6 milioni netti più bonus di partenza fino a quota 3, mentre Allegri ha insistito perché il suo lavoro fosse premiato come meritava. Alla fine l’intesa è stata siglata: il tecnico guadagnerà 3,5 milioni netti più bonus. Come Rafa Benitez ai tempi del Napoli, meno rispetto ai soli Roberto Mancini (che incassa 4 milioni più bonus) e lo stesso Walter Mazzarri, tuttora a libro paga dell’Inter (3,8 più bonus) in Serie A. E’ stato riconosciuto in pieno il prezioso lavoro di Allegri, ricordato dalla Juve con una nota in cui si evidenzia «la gratitudine infinita dei tifosi per la cavalcata trionfale e la rinnovata fiducia della società» dopo un’annata in cui la bacheca del J-Museum si è arricchita di una Coppa dello scudetto e della decima - storica - Coppa Italia, con una Champions solo sfiorata. Fra i meriti dell’allenatore si evidenzia il fatto di aver «saputo prendere in mano una squadra già fortissima e renderla ancor più letale e consapevole della propria forza, regalandole anche in Europa quell’autorevolezza che aveva già acquisito in Italia. Ha introdotto la sua visione di calcio poco per volta, adattandola ai suoi giocatori e insegnando loro a cambiare atteggiamento a gara in corso».

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