© www.imagephotoagency.itTORINO - Il calcio secondo Matteo (Darmian) è corsa e applicazione, sudore e temperamento, dedizione e attacco; ma è anche ambizione. E al Torino, più di tanto, non può aspirare, sulla carta. Perché sul campo, poi, ci sarebbero tanti esempi che indicano nella continuità e nel gruppo i mezzi per scalare la vetta, sopperendo a budget magari non da primissimi posti. Ma questa è la situazione attuale che vede l’esterno in ballo per una sistemazione. All’estero, se possibile, come convenuto nell’ultimo summit tra il presidente Urbano Cairo e l’agente del giocatore, Tullio Tinti. Di più: al Manchester United, come sembrerebbe dagli ultimi movimenti, anche se l’intesa non si è trovata. Per ora.
INGAGGIO DA BIG - L’accordo con l’entourage del calciatore, invece, sarebbe nella logica delle cose. Roba che rende felici, praticamente una svolta (economica) della carriera. Lo United, infatti, è pronto a offrire a Darmian un ingaggio da 2,5 milioni per quattro anni. Come dire: lo ricoprirebbe d’oro. Al Torino, infatti, arrivava attorno ai 700 mila euro. Più di un salto triplo, quindi. La maglia granata l’ha lanciato in orbita e ora Matteo è un big.
20 MILIONI - Ma serve l’accordo con il presidente che, con fermezza, ha alimentato l’asta. Sono tre le offerte, quella del Napoli prevedeva contropartite (poi Zapata in prestito - e spinto all’Udinese - ha cambiato le carte in tavola), ma Cairo ha sempre detto di preferire soldi in contanti. Lo United si è spinto a quota 15 con i bonus (12 + 3), mentre la Roma ha sondato il terreno. La Juventus - che si era mossa in anticipo tanto tempo fa - era andata vicina ai 12, mentre del Bayern Monaco si sono perse le tracce, per non dire del Barcellona che però può acquistare solo nel 2016.
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