© Massimiliano Vitez/Ag. Aldo LiveTORINO - Il Toro va in altura, in Valtellina, dove aspetta i volti nuovi e pure quelli storici. E dove i tifosi attenderanno gli ultimi botti di una campagna acquisti finora condotta con chirurgica rapidità e invidiabile efficacia. Manca ancora la ciliegina sulla torta, un attaccante in grado di concorrere con Maxi Lopez e Quagliarella per il posto da titolare, un elemento capace di garantire una nuova dimensione al reparto offensivo. Le strategie possono essere due: quella di aspettare in modo da abbassare i prezzi oppure quella di dare subito l’assalto per garantire a Ventura l’organico di fatto completo a tempo di record. Dai segnali che arrivano la convinzione è che il club granata sia intenzionato ad accelerare in fretta per gli obiettivi prioritari. E si sta muovendo su due tavoli: difficile dire quale sia l’operazione principale e quale l’alternativa.
IL PROGETTO - Per Andrea Belotti, uno dei nomi principali della lista del ds Gianluca Petrachi, è pronto a muoversi il presidente Cairo in persona. Non si tratta di un affare dall’agevole realizzazione, perché la volontà del Palermo è molto chiara: resistere agli assalti per poi vendere l’attaccante, magari tra un anno, a cifre estremamente alte nella scia di Dybala. Ma il Torino è intenzionato a insistere e ha in mente un’offerta di 7 milioni da sottoporre ai rosanero: insufficiente per ragionare riguardo a un giocatore che Zamparini ha pagato più di 5 milioni. Ma Cairo è intenzionato ad arrivare fino in fondo e a non lasciare nulla di intentato: ecco allora che si fa strada la possibilità di un incontro tra i patron per cercare di valutare i margini di manovra di un affare che i granata vorrebbero portare a definizione prima che possano inserirsi di prepotenza altri club. L’Atalanta, per esempio, rimane alla finestra e non è da sola. Del resto Belotti è un emergente (classe 1993) e nell’ambiente granata è già stato identificato, per caratteristiche tecniche e fisiche, come possibile nuovo Ciro Immobile.