Rugani: «Per la Juve diventerò più cattivo»

«Non sono impulsivo, però quando c’è da commettere un fallo non mi tiro indietro. Prenderò spunto da Chiellini...»
Rugani: «Per la Juve diventerò più cattivo»© LaPresse

SHANGHAI - Giusto una settimana fa il ragazzino ha compiuto 21 anni, ma le spalle sono larghe. In fondo, con quell'aria apparentemente sbarazzina che si ritrova, Daniele Rugani sa soltanto ingannare gli avversari. Senso della posizione e dell'anticipo già "svezzati", malgrado dalla carta d'identità traspaia freschezza: ecco cosa distingue il talento dagli altri. E chissà che magari per sabato non ci scappi la sorpresa (al netto di Martin Caceres). «Io mi sento pronto e cercherò di dimostrarlo, voglio entrare subito nei meccanismi di gioco al 100% - confida -. La Juve ha creduto in me e ora mi toccherà ripagare l'attestato di stima».

Sicurezza, non spocchia
E' cambiato tanto, da un'annata all'altra, nell'universo di Rugani: da Empoli a Vinovo, dalle pressioni di chi deve salvarsi a quelle derivanti dall'opportunità di giocarsi le carte lussuose di una vita vissuta all'angolo: breve, però intensa. Con Massimiliano Allegri il rapporto è sincero - tra toscani ci s'intende - tanto che il processo di integrazione nella nuova dimensione non s'arresta. Tra novità tattiche da metabolizzare («Con Sarri era il pallone a determinare i movimenti della linea difensiva, mentre con Allegri si lavora molto più sull'uomo ed è diverso anche il modo di difendere a 4») e ambizioni da coltivare («Io e Romagnoli siamo il futuro dei difensori italiani? Faremo del nostro meglio, ci sta che lui valga 25 milioni, è forte. Chiellini, Cannavaro o Nesta? Forse assomiglio di più a quest'ultimo»), il ragazzo cresce. Chiede pazienza («Anche se sono abituato ad apprendere tutto in fretta»), elogia la difesa a uomo («Due anni di zona per caso a Empoli, poi ho sempre marcato alla vecchia maniera»), però è meglio non ricordargli il fatto di non essere mai stato ammonito nella scorsa stagione: c'è chi pensa che sia indice di limitata cattiveria. «E' questo il mio modo di giocare. Forse sono meno impulsivo e più ragionatore, ma quando c'è da commettere un fallo non ho mai tirato la gamba indietro. Allegri non mi ha chiesto di essere più cattivo sull'uomo, piuttosto una maggiore aggressività. Prenderò spunto da Chiellini». E se non obbedisce? «Il mister non mi guarda male...».

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