Oreggia: Juve, in mezzo non c’è qualità

Il momento dei bianconeri analizzato dal Direttore di Tuttosport

L a seconda sconfitta consecutiva della Juventus nelle prime due partite di campionato, riscontro che non trova precedenti nella storia ultracentenaria della società, in fondo non sorprende. Un po’ perché in questo momento i bianconeri non sono ancora una squadra, un po’ perché la Roma - anche sulla carta - appare meglio assortita, un po’ perché perdere all’Olimpico ci sta. Cosa non ci sta è che per un’ora e venti minuti non ci sia mai stata una vera e propria contesa, la formazione di Garcia ha fatto cosa voleva contro un avversario quasi imbelle, rintanato nella propria trequarti, incapace di imbastire una ripartenza, molliccio e nervoso, pure lento. Al di là del rigore che Rizzoli non ha concesso dopo una quarantina di secondi a Florenzi e del palo centrato da Pjanic, il risultato è ineccepibile e scava già un piccolo fosso (4 punti) tra i campioni d’Italia e i giallorossi. La Juventus ha avuto sì una reazione, che l’ha portata al gol di Dybala e a un paio di occasioni in pieno recupero, ma figlia solo della rabbia e dell’orgoglio, nulla di organizzato, di studiato in settimana, di agganciato a uno straccio di schema.

Del resto, la cifra tecnica del centrocampo è modesta: Sturaro e Padoin non sono Pirlo e Vidal, si sa; Pogba non è sereno, e si vede; Marchisio e Khedira sono convalescenti. Escludere Pereyra è stata una forma sottile e incomprensibile di autolesionismo, infatti appena l’argentino è entrato in campo qualcosa di meno banale si è visto. Il problema della Juventus sta nel mezzo: il reparto che fino alla scorsa stagione era considerato uno dei migliori d’Europa oggi è da provinciale. Così come Mandzukic non è Tevez e, visto ieri, nemmeno Dzeko. I dati del possesso palla imbarazzano: il 63 per cento alla Roma, il resto ai bianconeri, che nel primo tempo non hanno messo in fila due passaggi, avvinghiati all’unica soluzione praticabile, lancio lungo dalle parti del croato. Per giocare così non serve un centrocampista in più ma davvero Ibrahimovic: su, dai, che ci pensi lui. L’ultima volta che la Juventus aveva segnato appena un gol dopo due gare di campionato sedeva in panchina Rino Marchesi: brava persona, però... Le ricostruzioni non sono mai passeggiate di salute e implicano una indispensabile dose di pazienza, ma la sensazione è la Juventus sia in ritardo con i lavori. Sorvoliamo sulle «montature mediatiche» riguardo a Draxler, che è stato inseguito e perso: anzi, crediamo che la telenovela abbia gonfiato il valore del tedesco. Però ci aspettiamo che qualcuno in corso Galileo Ferraris batta un colpo, altrimenti questa Juventus resterà più debole di quella passata. E sepolta.

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