Juve, il rumore del popolo e il giudizio del campo

Il commento del Direttore di Tuttosport dopo la chiusura del calciomercato

Il piano di emergenza della Juventus ha “prodotto” Mario Lemina, un mini Pogba non solo per la coloratissima cresta da gallo, e Anderson Hernanes, noto come il Profeta. Il conto della serva dice: un centrocampista tafferugliante e un trequartista in più, in maniera da rendere ultra-competitivo l’organico a disposizione dell’allenatore. Non sappiamo se siano i profili adatti per definire i confini lassi di una squadra che in queste prime partite della stagione ha dimostrato di non esserlo più. O non ancora. Sappiamo che i soldi c’erano e ci sono, anzi che in parte sono stati spesi; sappiamo che le aspettative derivate - non da una montatura mediatica ma - da dichiarazioni televisive (le ultime a Villar Perosa, il 19 agosto) erano diverse e assai più alte; sappiamo che il popolo è scosso e rumoreggia. Sappiamo, infine, che l’ultima parola spetta sempre e di diritto al campo, cioè ai risultati. Lemina è un giovane che in prospettiva può diventare utile, Hernanes ha trent’anni e si porta appresso una carriera sinusoidale. Non è Draxler, non è Goetze, non è Oscar, non è Witsel, ma non è nemmeno un brocco. Certo, chi si aspetta di uscire con Angelina Jolie e poi si ritrova a cena con la vicina di casa resta deluso, però un’apertura di credito nei confronti del brasiliano va fatta. Male che vada, sa calciare le punizioni. Male che vada, si ricrederà su certe dichiarazioni che aveva rilasciato al suo sbarco all’Inter. La contabilità del mercato bianconero racconta di sette uscite e dieci entrate, anche se sulle quantità prevale la qualità: ora vediamo come sarà l’assemblaggio. A naso la Juventus è più strutturata ma meno forte di quella dell’anno scorso, soprattutto ha perso buona parte della sua personalità. Ma è la tassa che paga chi vuole rifondare.

 

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