Calciomercato Torino, Bjelanovic: «Kramaric nuovo Kalinic»

L'ex centravanti granata: «Ventura fa bene a puntare su di lui, è forte, ha fame e segnerà a raffica come il viola
Calciomercato Torino, Bjelanovic: «Kramaric nuovo Kalinic»© www.imagephotoagency.it

TORINO - Bjelanovic, ex centravanti granata, è diventato ds, lavora per l’Hajduk ed esalta il suo connazionale Kramaric, in partenza dal Leicester.

«Sì, lo so che il Toro è avanti nella trattativa per Andrej Kramaric. Se ne parla anche in Croazia».

> Il suo connazionale, Bjelanovic, ha chiesto di lasciare il Leicester dei miracoli.

«Kramaric ha una voglia pazzesca di giocare. E’ comprensibile, nel Leicester è totalmente chiuso dall’esplosione di Vardy, da questo punto di vista è stato sfortunato. Vardy segna di continuo, Ranieri non può certo accantonarlo. Ma anche Kramaric ha talento, è un gran goleador».

> Aveva fatto faville nello Rijeka.

«Sì, persino vincendo il titolo di capocannoniere croato nell’ultimo campionato, anche se a gennaio si era trasferito in Inghilterra. Gli bastò mezza stagione per firmare 21 gol. Ma Kramaric non è nuovo alle imprese: già nel vivaio con la Dinamo Zagabria aveva firmato una serie di record. Ha il gol nel sangue».

> Insomma, il Torino fa bene a puntare su di lui, anche se Kramaric in questi mesi non ha quasi mai giocato nel Leicester.

«Fa benissimo, certo. Perché Kramaric non è solo bravo con i piedi. Ha anche un grande temperamento. Ha una fame incredibile, non vuole perdere gli Europei. Continua a essere convocato in Nazionale, ma è chiaro che ha bisogno di giocare. E’ un tipo coraggioso, molto ambizioso. Darebbe tutto se stesso a Torino. Lo conosco, è un ragazzo serio, molto determinato».

> Il Toro lo sta trattando in prestito con diritto di riscatto.

«Kramaric rappresenta di sicuro un affare, tanto più a queste condizioni».

> Da un croato all’altro: assomiglia di più a Kalinic che a Mandzukic.

«Sì, assolutamente. Mandzukic è è una macchina da guerra, come prima punta, con quel fisico che si ritrova. Kramaric invece assomiglia di più all’attaccante della Fiorentina. E’ più tecnico, gioca di più con i piedi, rispetto allo juventino. Può agire da centravanti, ma è ottimo anche come seconda punta. Andrej è bravo a finalizzare l’azione, ma anche ad aprire spazi per i compagni. Difatti non avrebbe problemi a giocare con Quagliarella, con Belotti, con Maxi Lopez. Ha un buon tiro, usa entrambi i piedi, colpisce bene anche di testa, ha una bella corsa, un buon dribbling. E poi è ancora giovane, e ha margini di miglioramento. Il paragone con Kalinic è giusto, in prospettiva».

> Nel senso che anche lui potrebbe sfondare nel calcio italiano?

«Sì, perché ha le qualità giuste sia tecnicamente sia caratterialmente. La Fiorentina ha avuto coraggio a puntare su Kalinic e ha fatto più che bene. Il Torino può imitare i viola, con Kramaric. A maggior ragione se Andrej sentirà la fiducia dell’ambiente e si integrerà in fretta. Serve anche un po’ di fortuna, nel calcio».

> Quella che lei, Bjelanovic, non ebbe poco meno di 10 anni fa con la maglia del Toro.

«E’ vero: 2007-2008, colpivo solo pali e traverse. Ma fu un’annata sfortunata un po’ per tutti».

> Adesso lei è il responsabile degli osservatori dell’Hajduk.

«Sì, da quest’estate. E ho anche ottenuto il titolo di ds, facendo il corso di Coverciano. Lavoro per la mia squadra del cuore in Croazia e continuo ad avere molti contatti con l’Italia».

> Il suo Hajduk è ricco di giovani di qualità.

«E’ vero, anche perché noi non abbiamo paura di lanciare i giovani. Da noi, se sono bravi, sono titolari anche a 17, 18 anni. Penso per esempio a Vlasic: è una mezzapunta molto eclettica, veloce, ricca di classe. La sua è una famiglia di sportivi: sua sorella è Blanka, la nostra campionessa di salto in alto. E ha 18 anni anche Balic, che è già stato soprannominato il nuovo Pirlo. Anche lui è uno dei punti di forza della mia squadra, ha visione di gioco, segna e fa segnare, ha personalità. Come un talento è Caktas: ha 23 anni, è un trequartista che segna spesso, ha un bel dribbling, molte squadre estere lo seguono. E pure lui è un affare per chi lo possiede. Noi i talenti non solo li valorizziamo al massimo, ma cerchiamo anche di tenerli, per avere ogni anno una squadra competitiva, in grado di far bene in campionato e andare in Europa».

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