© www.imagephotoagency.itTORINO - Si conoscono da quasi vent’anni Massimiliano Allegri e Davide Torchia, procuratore di Daniele Rugani, fin dai tempi in cui il tecnico della Juventus non aveva ancora agganciato le scarpette al chiodo e stava chiudendo la carriera all’Aglianese. E’ bene saperlo per inquadrare lo scambio di battute tra i due sull’utilizzo - o meglio, sul poco utilizzo - del giovane difensore: non una querelle vera e propria, ma un semplice confronto di opinioni, accolto anche con un sorriso sulle labbra, ma con una rivendicazioni di ruoli e competenze diverse. E’ stato Torchia in settimana a manifestare “perplessità” sul mancato schieramento di Rugani nella sfida casalinga contro il Verona: con l’assenza forzata di Barzagli, l’azzurrino sembrava la prima scelta, pensiero condiviso da molti addetti ai lavori. Invece Allegri ha puntato sul ritorno di Martin Caceres dopo quattro mesi d’assenza.
L’esternazione di Torchia è stata ovviamente ripresa e soprattutto ingigantita (in alcuni casi pure storpiata) dai vari siti, che ne hanno fatto un caso, a tal punto che ieri puntuale è arrivata la domanda ad Allegri in conferenza stampa. Il tecnico bianconero ha compreso le parole del procuratore («E’ normale che lui faccia il suo mestiere»), sottolineando nello stesso tempo che a decidere è sempre l’allenatore («Io sono pagato anche per scegliere e so quando far giocare il suo assistito»). E stasera dovrebbe proprio toccare a Rugani scendere in campo titolare a Marassi contro la Sampdoria. La fiducia nei confronti del difensore non è mai venuta a meno da parte di Allegri, che però non ammette invasioni di campo.
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