Calciomercato Torino, 11 milioni finiti in cantina

Zappacosta e Baselli ai margini: che assurdità. Giovani di qualità, ma Ventura non li vede più

TORINO - Quanto è successo nell’ultimo mese è alquanto singolare. È soprattutto incomprensibile. Non è facile mettere a fuoco, infatti, la situazione a testa in giù che stanno vivendo da tempo Baselli, in special modo, ma pure Zappacosta, al suo fianco. Basti pensare alle ultime tre partite: contro la Lazio (1-1), il Genoa (sconfitta per 3 a 2) e la Juventus (altra botta, 4-1) l’interno non l’ha praticamente mai vista. In panchina contro i romani e i liguri, quindi gli 8 minuti giocati nella parte finale nel derby: quando Ventura l’ha mandato in campo a partita già virtualmente finita, visto il risultato. E l’esterno? Poco di più: 10 minuti contro la Lazio, 14 contro il Genoa, 16 contro i bianconeri, sempre partendo dalla panchina.

E dire che sono entrambi giovani dalla cifra tecnica di qualità. E dire che il Torino ha manifestato e continua a manifestare problemi di vario genere sia sulle fasce sia a centrocampo: limiti di qualità, infortuni, giocatori in crisi atletica e di rendimento... Insomma, non stiamo parlando di una squadra prima in classifica, con una rosa così di valore, così competitiva, da obbligare l’allenatore a compiere scelte impopolari, o comunque discutibili, da qualunque lato le si guardi, le si valuti.

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NON C'È FIDUCIA - Prendiamo il caso di Zappacosta. Sulle corsie esterne Avelar in questa stagione è risultato più che altro assente, per i noti problemi al ginocchio, fino ad alzare definitivamente bandiera bianca. Lo si rivedrà dalla prossima estate. Molinaro ha viaggiato a corrente alternata, in questi mesi, con un rendimento finito sulla giostra, fino al flop delle sue ultime partite, tra la Lazio e il Genoa. Tant’è che adesso Ventura lo ha accantonato. Peres è un altro esterno che ha mostrato discontinuità allo stato puro, più che classe: con fiammate nella fase offensiva, in spinta, e buchi nel processo di crescita quanto alla copertura degli spazi. Insomma, nel 3-5-2 venturiano il Torino ha mostrato limiti sulle corsie laterali, uno dei settori nevralgici dal punto di vista tattico, per codesto modulo, con particolare attenzione alla doppia fase. E Zappacosta, anche se in campionato si è seduto in panchina ben19 volte, entrando in campo in 12 casi a gara in corso (cui aggiungere i 10 gettoni da titolare), non è mai stato considerato un punto fermo, su cui disegnare una crescita. Eppure stiamo parlando di uno dei laterali italiani di maggior qualità, seguito a lungo sul mercato anche dal Napoli e dalla Juventus, oltreché da numerose altre formazioni pure straniere. A 23 anni, Zappacosta ha alle spalle una lunga militanza anche nell’Under 21: 17 presenze in azzurro.

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