Ganz, un po' di Milan alla Juventus

Cresciuto in rossonero fino al debutto in Champions League nel 2011, da due anni segna nel Como: in scadenza a giugno, i bianconeri hanno anticipato tutti. Andrà in prestito al Pescara
Ganz, un po' di Milan alla Juventus© www.imagephotoagency.it

TORINO - Il tempismo era una delle doti migliori del Maurizio Ganz bomber, forse quella che più delle altre faceva dire alle curve che lo adoravano “El segna semper lu”. La scelta di tempo del suo annuncio di mercoledì sera a Sportitalia, «Mio figlio Maurizio ha firmato per quattro anni con la Juve», probabilmente ha però suscitato stati d’animo opposti a quelli del passato nei suoi vecchi tifosi: un sorriso soddisfatto e magari un po’ sarcastico tra gli juventini, spesso puniti da giocatore (6 gol in 12 sfide, per quanto quasi tutte finite con vittorie bianconere); qualche mugugno dubbioso tra i milanisti, ai quali aveva contribuito a regalare lo scudetto del 1999. Già, perché Simone Andrea Ganz è un prodotto del settore giovaninile rossonero e, se il suo passaggio alla Juventus era cosa nota già da un po’, la conferma è arrivata alla vigilia della sfida di San Siro e giusto una settimana dopo che Berlusconi ha annunciato per il futuro «un Milan tutto italiano, con tutti gli atleti che vengono fuori dal vivaio rossonero». Detto fatto, uno dei giocatori usciti da quel vivaio che si sono messi maggiormente in luce negli ultimi anni va a scadenza di contratto e firma con la Juventus.

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CRESCIUTO A MILANELLO - Nato il 21 settembre 1993, Simone aveva quattro anni quando Maurizio, nella sessione invernale di mercato del 1997-98, passò dall’Inter al Milan. A Milanello lo si vide spesso nelle due stagioni e mezzo rossonere del padre, magari a palleggiare con i giornalisti a bordo campo per un’amichevole del giovedì. «La festa a San Siro, pochi giorni dopo lo scudetto 1999 - ha raccontato pochi giorni fa a Tuttosport -, è il mio primo ricordo su un campo di calcio». Dopo aver tirato i primi calci ufficiali con la Masseroni Marchese, tornò nel centro sportivo di Carnago a 15 anni, nel 2008, scalando le giovanili rossonere a suon di gol, fino al debutto in Champions League del 1° novembre 2011, nell’1-1 col Bate Borisov. Quella è rimasta però la sua sola presenza in prima squadra: in prestito dall’estate 2013, ha impiegato un po’ a trovare la propria dimensione, tra Lumezzane e Barletta, e quando lo ha fatto, a Como, il suo legame col Milan era ormai in scadenza e la Juve è stata pronta ad approfittarne.

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SOTTO ESAME - Sarebbe un’esagerazione dire che la società bianconera ha soffiato al Milan un gioiello: Ganz ha 23 anni, è alla prima stagione in Serie B e ha ancora molto da dimostrare. Tanto, però, lo ha già dimostrato: 11 gol in 35 partite della stagione regolare di Lega Pro la scorsa stagione, 4 nelle cinque sfide di playoff che hanno portato il Como in Serie B, dove finora ha realizzato 14 reti in 28 presenze. Quanto basta perché in casa rossonera inizi a serpeggiare qualche dubbio, mentre in Corso Galileo Ferraris ci si appresta a seguire la crescita dell’ennesimo giocatore emergente attirato nell’orbita bianconera, dopo Gabbiadini e Zaza, Berardi e Lapadula. Proprio con quello dell’attaccante del Pescara, capocannoniere di B, è destinato a incrociarsi il destino di Ganz. Il centravanti del Como ha firmato con la Juve un quadriennale (con ingaggio a salire che dovrebbe andare da 150 mila a 300 mila euro a stagione), ma il suo immediato futuro non sarà bianconero: la sua destinazione più probabile appare proprio la squadra abruzzese, dove sostituirà Lapadula che potrebbe invece aggregarsi alla squadra di Allegri almeno per l’estate. In questo Ganz modo potrà salire un altro gradino, confrontandosi con una squadra di Serie B di fascia alta o magari anche con la Serie A: qualora gli abruzzesi riuscissero a centrare la promozione o nel caso in cui sia un’altra la formazione a cui la Juventus deciderà di girarlo. Starà a lui, poi, salire l’ultimo scalino, il più alto, seguendo l’esempio di Zaza: tanti gol in Lega Pro (11 in metà campionato e playout nel Viareggio nel 2012), poi in B in una squadra che lottava per non retrocedere (18 nell’Ascoli nel 2012-13), poi in una neopromossa in A (20 nel Sassuolo tra il 2013 e il 2015), infine un ruolo importante alla Juve.

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