Calciomercato Inter, Zhang ha detto no a Touré

Mancini non è più il centro del mercato nerazzurro e le sue prorità non coincidono con quelle del club. È crisi?

MILANO - È cambiata l'aria intorno a Roberto Mancini. Con il cambio di proprietà, la fiducia illimitata di cui godeva lo jesino sembra potersi esaurire da un momento all'altro e saranno i risultati del campo il vero banco di prova per il suo futuro all'Inter. In questa sessione di trattative, il tecnico è stato ridimensionato del potere quasi "all'inglese" come manager sul mercato: quando era arrivato all'Inter, il tecnico aveva imposto le scelte e chiamato personalmente i giocatori (Podolski e Shaqiri), stavolta le gerarchie sono state rispettate ed è toccato a Zanetti (con Banega, Ansaldi e Garay), Ausilio e Gardini a tirare le fila del mercato.

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IL CASO TOURÉ - Sono cambiati i piani societari: sacrifici economici se ne faranno, ma solo per giocatori di prospettiva, come ad esempio i 25 milioni messi sul piatto per Berardi e la missione in Brasile per Gabriel Jesus. Contestualmente è stata congelata fino a nuovo ordine la pista che porta a Yaya Touré (è extracomunitario come Gabriel Jesus) ed è stata messa in stand by la trattativa Candreva diventato un piano B del club. Giocatori pronti subito, che erano invece i primi obiettivi di Mancini.

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