TORINO - Anche se per lui la Juventus ha speso 23 milioni, Marko Pjaca non sente la responsabilità dell’investimento: «E’ vero, sono tanti soldi, ma non sarà motivo di pressione, cercherò di fare il meglio per mostrare a tutti che i soldi sono stati ben spesi». Nessuna sfrontatezza dei 21 anni, ma la consapevolezza di essere un talento pronto al salto di qualità. «Sono venuti qui per migliorare e aiutare la squadra a vincere. Potevo andare in altri club, dove avrei anche guadagnato di più, ma la mia è stata una scelta di cuore, non di soldi. Sono qui per giocare la Champions, la motivazione principale che mi ha spinto a vestire il bianconero». Lo hanno cercato le milanesi, gli offrivavo ingaggi più remunerativi, ma Pjaca ha resistito perché aveva puntato alla Juventus. «Non ho mai avuto dubbi sulla scelta. Ho parlato con Mandzukic, che mi ha raccontato del club, dei compagni, confermandomi che stavo decidendo per il meglio».
LEZIONI DI ALLEGRI - Pjaca è un jolly in attacco: può giocare ala, trequartista, seconda punta, per la gioia di qualsiasi allenatore. «E sarà Allegri a decidere in quale ruolo schierarmi. Alla Dinamo agivo come ala sinistra, ma in precedenza ho giocato anche come centrocampista. In questa squadra ogni giocatore ha la propria posizione e tutti sanno benissimo quello che devono fare. La stessa cosa vale per me. Mi aspetto di diventare un vero giocatore nei prossimi anni». Circondato da campioni, vuole imparare da loro, ma crede di potersela giocare per un posto da titolare. «Dybala, Higuain, Pjanic sono tutti eccellenti giocatori dai quali posso imparare tantissimo, ma credo non mi possano impressionare perché anche io sono un buon giocatore e devo competere con loro per ottenere un posto all'interno della squadra».
LEZIONI DI ITALIANO - L’ala croata è concentrata sugli allenamenti, sul tecnico, sul campionato che sta per iniziare: una realtà tutta nuova, come la lingua. «Passo tutto il mio tempo libero a imparare l’italiano, voglio quanto prima potermi esprimere con compagni e mister». Pjaca sa di essere arrivato in un club dove la parola d’ordine è vincere. «Il campionato italiano è diverso da quello croato, ci sono squadre eccellenti, sarà sicuramente difficile, ma l'obiettivo è vincere lo scudetto».