© www.imagephotoagency.itTORINO - Poi, sul più bello, è intervenuta la lunga mano di Nasser Al-Khelaifi: «Matuidi non andrà via e noi gli rinnoveremo il contratto. E’ un calciatore esemplare per il nostro club, ho sempre desiderato che rimanesse qui». Belle parole, non c’è che dire, il problema semmai è legato al 2018 quando scadrà l’accordo tra il mediano e il club pluricampione di Francia: senza prolungamenti, le società interessate al 29enne pilastro dei Bleus di Didier Deschamps si muoveranno ben prima. Come la Juventus, che tiene vivissimo Axel Witsel, ma non può permettersi di non cogliere altre eventuali opportunità. C’è Mino Raiola, procuratore onnipresente nelle trattative più calde e intriganti, pronto a far la voce grossa per agevolare l’uscita di Matuidi e l’approdo a Torino: dopo l’affare Pogba, ci si attende che l’agente italo-olandese svolga il suo lavoro alla grande, come sempre. I soldi? Nessun problema: a Parigi il “ragazzo” guadagna 6 milioni netti, in bianconero ne avrebbe incassati meno ma nei prossimi tre anni. Se dunque la proprietà del Psg non demorde, non stupirebbe se per sbloccare la situazione intervenisse di persona il presidente Andrea Agnelli. Il primo tifoso juventino non è solito “inserirsi” nelle trattative di mercato, tanto che non ama parlarne, perlomeno in pubblico: delega ogni questione a Marotta e al ds Fabio Paratici. Però una mossa di Agnelli potrebbe davvero sciogliere il nodo, visto che i rapporti tra i rispettivi vertici societari restano buoni, al netto di precedenti spiacevoli per il Psg. Se dici Kingsley Coman, rischi di attirarti l’antipatia dell’emiro a vita...
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