Il Betis e la Liga contro i tifosi del Rayo: «Siamo tutti Zozulya»

I sivigliani e il calcio iberico al fianco dell'ucraino, accusato di essere neonazista e costretto a lasciare Madrid
Il Betis e la Liga contro i tifosi del Rayo: «Siamo tutti Zozulya»

MADRID - Se i tifosi del Rayo Vallecano si sono schierati apertamente contro Roman Zozulya, 27enne attaccante ucraino arrivato in prestito dal Betis ma costretto a fare le valige e a ritornare a Siviglia, il calcio spagnolo lo difende. A scatenare la polemica il ricordo di un articolo risalente alla scorsa estate, quando il 27enne attaccante ucraino sbarcò in Spagna per andare a giocare nella squadra sivigliana, in cui veniva immortalato all'aeroporto con una maglia che secondo il quotidiano 'Abc' ritraeva il simbolo di un gruppo ucraino di estrema destra. Il primo a cercare di sistemare la questione era stato il presidente del Rayo, Luis Yañez, seguito poi dall'autodifesa dello stesso calciatore. Questo non è bastato però agli 'aficionados' del Rayo, che lo hanno contestato in allenamento esponendo anche uno striscione esplicito in cui lo si invitava ad andarsene. E così alla fine, travolto dal clamore mediatico e forse anche per tutelare la sua incolumità, Zozulya è tornato a Siviglia con il permesso del Rayo per allenarsi con il Betis.

IL COMUNICATO DEL BETIS - E oggi i suoi compagni andalusi, con il capitano ed ex fiorentino Joaquin in testa (è l'unico seduto nella foto pubblicata su realbetisbalompie.es, sito ufficiale del club), si sono presentati in gruppo in sala stampa per leggere un comunicato congiunto in cui si sono schierati al suo fianco: «Siamo indignati per il linciaggio pubblico del nostro compagno Roman Zozulya, un calciatore il cui comportamento professionale e personale è stato sempre inappuntabile fin dal suo arrivo in questo spogliatoio. Tutti questi problemi sono stati originati da una notizia falsa riguardante il significato della maglietta che indossava al suo sbarco a Siviglia, e consideriamo molto gravi i successivi fatti sentendo che potremmo un giorno ritrovarci noi improvvisamente nella sua posizione». I sivigliani chiedono poi alle autorità di defendere i diritti di Zozulya e concludono il comunicato chiedendo a tutti di «riflettere su quanto sia facile provocare danno a qualcun altro gratuitamente» e firmando «Siamo tutti Zozulya».

SI MUOVE LA LIGA - Sulla vicenda è intervenuto anche Javier Tebas, presidente della Liga che ha minacciato azioni legali contro i tifosi del Rayo: «Ho parlato con i presidente di Rayo e Betis e con Luis Rubiales numero uno dell'Afe (l'Assocalciatori iberica, ndr): se emergeranno coazioni o violazioni dei diritti prenderemo provvedimenti andando in tribunale. Tutto questo è inammissibile nel 2017: nessuno può limitare i diritti altrui se non un giudice. Non si può fare questo ai giocatori spagnoli né a quelli stranieri. Non si possono catalogare le opinioni altrui, c'è libertà e bisogna essere tolleranti e rispettare la legge».

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