Roma, il catenaccio di Spalletti: «Io alla Juventus? Non so»

Alla vigilia della sfida con il Torino il tecnico possibile erede di Allegri glissa sul futuro: «E coi granata c'è solo la vittoria»
Roma, il catenaccio di Spalletti: «Io alla Juventus? Non so»© /Agenzia Aldo Liverani S.a.s.

ROMA - «Siamo tutti Florenzi», questo il messaggio di Luciano Spalletti alla vigilia di Roma-Torino. Il tecnico giallorosso chiede ai suoi una vittoria da dedicare allo sfortunato jolly della Nazionale incappato in un nuovo pesante infortunio al ginocchio proprio quando il precedente sembrava alle spalle. «Se ce lo permettono scendiamo in campo con Flo-Szczesny, Flo-Fazio, Flo-Peres, Flo-Spalletti - ha detto l'allenatore toscano -. Siamo tutti un po' Florenzi. In questa vicenda Alessandro ci ha consegnato un pezzetto di sé stesso a tutti. Detto questo comunque abbiamo a che fare con un gruppo di calciatori forte, che può arrivare in fondo in tutte le competizioni. Non si potrà dire che in qualche partita, purtroppo, non eravamo al massimo perché mancavano 2-3 giocatori. A noi non ci manca niente, dobbiamo far bene in qualsiasi partita».

TRA TORO E JUVE - E cercare di vincerne il più possibile visto il ruolino di marcia della Juventus. Il ritmo della capolista, infatti, non ammette passi falsi in ottica corsa scudetto. Per questo il tecnico chiede alla sua Roma una sola cosa: «Col Torino dovremo fare attenzione, sarà una gara difficilissima che noi dobbiamo vincere assolutamente se vogliamo continuare poi a inseguire i nostri obiettivi. Purtroppo non abbiamo nessun altro risultato se non la vittoria». Anche per cancellare il 3-1 subito all'andata, quando in campo c'era «un Torino in splendida condizione mentre noi probabilmente non eravamo al meglio» ricorda Spalletti, avvisando i suoi giocatori: «Dobbiamo fare una prestazione sicuramente diversa da quella». L'ideale per Spalletti sarebbe rivedere la Roma di Villarreal, né più né meno. «Quando la squadra non fa il meglio di quello che può fare sono dispiaciuto. È segno che lavoro male, che gli ho trasferito un'idea limitata di quella che è la sua forza - spiega -. Io sono uno che vuole sfruttare le qualità della propria squadra e riuscire a fare più risultati possibile». Ben sapendo che il mestiere dell'allenatore è ormai pieno di insidie, come mostrato dalla polemica Sarri-De Laurentiis. «Io devo guardare a casa mia. Certo, il ruolo dell'allenatore oramai è questo - evidenzia Spalletti -: uno esce dal campo e non ti saluta, un altro ti manda a quel paese, il presidente ti dice che sbagli la formazione. Qualsiasi cosa si tocca andava meglio l'altra opzione, anche quando vinci. Io ci sto scomodo nella posizione di chi sta con le spalle al muro»

CATENACCIO SUL FUTURO - Insomma, difficile ipotizzare uno Spalletti agli ordini di De Laurentiis. Per sapere se resterà o meno nella Capitale basterà invece attendere qualche mese. Radio-mercato ha già ipotizzato un futuro a Torino ma Spalletti schiva la questione dribblandola: «Io per il dopo-Allegri? Non capisco la domanda, non so dare una risposta. Non so». Spalletti insomma fa spallucce e per una volta alla mentalità offensiva preferisce il 'catenaccio'. Infine il tecnico romanista ha dedicato un pensiero a due grandi protagonisti del nostro calcio tornati in copertina in questi giorni: Zdenek Zeman tornato sulla panchina del Pescara («Tutti abbiamo imparato da lui») e Roberto Baccio che ha compiuto 50 anni festeggiandoli ad Amatrice con i terremotati («Baggio è un paladino del nostro calcio»).

SPALLETTI: «IO DOPO ALLEGRI? NON SO COSA RISPONDERE» (VIDEO)

 

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