Marotta: «Verratti non vale l'investimento, Douglas Costa da Juventus, Schick è il futuro»

L'ad bianconero: «Donnarumma? Io mi auguro che trovino un accordo tra le parti, poi se non fosse così e il ragazzo fosse sul mercato, allora la Juventus ha il dovere di provarci. Perché è un campione e se c'è un campione sul mercato abbiamo il dovere di provarci»
Marotta: «Verratti non vale l'investimento, Douglas Costa da Juventus, Schick è il futuro»© www.imagephotoagency.it

TORINO

Buongiorno Marotta, andiamo subito al sodo: la Juventus è interessata a Donnarumma?
 
«Beh, siccome i regolamenti creano delle opportunità e delle situazioni in cui si ha il diritto di esaminare...»
 
Insomma, possiamo dire che c’è anche la Juventus dietro Donnarumma?
 
«Non in questo momento e aggiungerei tre punti di sospensione».
 
E in un altro momento?
 
«Io mi auguro che trovino un accordo tra le parti, poi se non fosse così e Donnarumma fosse sul mercato, allora la Juventus ha il dovere di provarci. Perché è un campione e se c’è un campione sul mercato abbiamo il dovere di provarci».
 
Al di là di Donnarumma, il secondo di Buffon per l’anno prossimo potrebbe essere Szczesny?
 
«Stiamo lavorando in questo senso, ma niente è fatto».
 
Quanto vale Donnarumma?
 
«Il valore di un giocatore è la cifra alla quale lo si vende. I desideri e le richieste non contano. Finché un giocatore non viene venduto ufficialmente, quindi, non esiste un suo valore oggettvo. E in questo mercato ho già visto circolare cifre pazze! E’ pura follia... Va a finire che la cifra spesa per Higuain tra un po’ diventa bassa».
 
E’ morale o “giusta” la situazione che sta vivendo il Milan con Donnarumma?
 
«E’ la realtà. Una volta i giocatori non avevano professionisti al loro fianco che progettavano la loro carriera. Ora ce l’hanno fin dalla più tenera età e quindi fin da diciott’anni programmano la loro carriera. Giusto? Sbagliato? Non mi pongo il problema: è un dato di fatto. Poi, certamente, bisognerebbe tutelare maggiormente gli investimenti sul vivaio delle squadre, progettando regolamenti diversi, magari con un vincolo per i primi anni di un giocatore».
 
Allegri stava per lasciare la Juventus a Cardiff. Ha detto di averci pensato per un paio d’ore.
 
«Credo che si sia ripreso subito e da parte mia posso solo dire di non avere mai avuto dubbi che fosse lui il nostro allenatore anche per la prossima stagione. Ha ancora molto da dare. La scorsa settimana abbiamo parlato di programmi».
 
Marco Verratti ne fa parte?
 
«Valutando le sue caratteristiche tattiche e il costo, abbiamo deciso che non vale l’investimento. Verratti è un campione, ma stiamo cercando altro».
 
N’Zonzi?
 
«E’ uno dei nomi, ma non vogliamo impazzire. Non abbiamo ancora parlato con il Siviglia, certo 40 milioni...»
 
Douglas Costa?
 
«E’ il profilo adatto a noi, abbiamo parlato con l’agente dopo aver avvisato il Bayern. Adesso vediamo con loro. Non ci sono state offerte».
 
Iniesta?
 
«Non credo sia raggiungibile».
 
Bernardeschi?
 
«Appartiene alla fascia dei talenti. Quelli che devono diventare campioni con il lavoro della società e dell’allenatore. Un po’ come ha fatto Dybala».
 
Allegri dice che bisogna aumentare la qualità.
 
«Prenderemo due innesti di grande qualità, fra i quali non conto Schick. Il resto sarà frutto delle dinamiche di mercato che è ancora molto lungo»
 
Dobbiamo aspettarci delle cessioni eccellenti?
 
«La volontà della società è quella di non cedere nessuno degli asset importanti. Poi siamo in una realtà nella quale se c’è una squadra che offre a uno dei nostri giocatori un ingaggio non logico e superiore alle nostre possibilità, allora entriamo in un altro scenario. Alla fine i giocatori sono abbastanza padroni del loro destino».
 
Cuadrado potrebbe rientrare in quella casistica?
 
«Non ci sono sentori in questo senso».
 
Bonucci?
 
«Non abbiamo ricevuto alcuna offerta».
 
Alex Sandro?
 
«Beh, per lui abbiamo riscuto un’offerta da sessanta milioni da parte del Chelsea. E, per la cronaca, l’abbiamo rifiutata. Dopodiché se Alex Sandro ricevesse un’offerta di stipendio non logica per noi, allora...».
 
Spinazzola potrebbe prendere il suo posto?
 
«No, Spinazzola deve crescere bene all’Atalanta. Così come Caldara, cresca tranquillo a Bergamo: non è vero che vogliamo anticipare il suo arrivo a Torino. Siamo al completo là dietro».
 
Osolini?
 
«Lo porteremo in ritiro e poi alla fine dell’estate valuteremo»
 
Schick andrà in prestito?
 
«Innanzitutto dobbiamo prima chiudere l’operazione. Mancano le visite. Poi vedremo: andrà di sicuro in ritiro è un partimonio del futuro della Juventus».
 
E’ un’operazione alla Dybala?
 
«Beh, è costata un po’ meno, ma ha certamente un talento incredibile».
 
Perché non avete pagato la clausola da 25 e il suo costo finale sarà di 30 milioni?
 
«Perché la clausola non era chiara. La Lega dovrebbe normare la questione. Ho visto tre clausole, per ora, la sua, quella di Pjanic e quella di Higuain ed erano tutte e tre diverse. Possono sorgere delle problematiche fiscali. Alla fine con Schick ho preferito dilazionare il pagamento».
 
Come giudica la stagione della Juventus?
 
«Il valore di una finale non può riassumere in sé il valore assoluto di una stagione. Capisco la delusione dei tifosi, ma per la Juventus questa è stata una stagione eccezionale, con il sesto scudetto consecutivo e la coppa Italia».
 
Si è spiegato cosa è mancato a Cardiff?
 
«Credo che sulla distanza dei 90 minuti sia emersa la squadra più forte. Ma ciò non toglie che la Juventus ha raggiunto la finale in modo brillante, senza mai perdere e subendo solo tre gol. Poi ne abbiamo preso quattro nella sola finale. La Champions è strana...».
 
Dybala ha deluso.
 
«Dybala ha imparato. Era la sua prima finale, adesso è sicuramente un giocatore migliore. Si vince o si impara, come diceva Mandela»
 
Si vocifera di violenti litigi nello spogliatoio durante l’intervallo di Cardiff.
 
«Ho sentito anche io. Balle. Balle pazzesche. Ero nello spogliatoio fra il primo e il secondo tempo e non è successo niente».
 
Cosa pensa di Milan e Inter?
 
«Sta cambiando lo scenario italiano. Non esiste più il modello del mecenatismo alla Berlusconi o alla Moratti. Viene sostituito dal modello di business, ma questo abbassa il senso di appartenenza. Ecco perché la proprietà degli Agnelli per noi è un valore aggiunto importante. Nei momenti cruciali il senso di appartenenza è un’arma importante in più. Fra le grandi in Italia siamo solo noi e il Napoli ad avere proprietà italiane».
 
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