Bonucci, la verità: ego, soldi e incompatibilità con l'ambiente

Ecco perché la Juventus lo ha ceduto al Milan: un problema più emotivo che tecnico
Bonucci, la verità: ego, soldi e incompatibilità con l'ambiente© LaPresse/Spada

TORINO - Bonucci al Milan: terreno fertile per leggende metropolitane e bufale, d’altronde resterà l’operazione più chiacchierata dell’estate. Ma com’è andata veramente? Proviamo a rispondere.

Bonucci ha litigato con Allegri o con i compagni? C’entra qualcosa lo spogliatoio di Cardiff?

Premesso che nello spogliatoio di Cardiff non si sa cosa sia successo e, molto probabilmente, niente di particolare, come continuano a dire i testimoni oculari, il problema è un altro. Fra Allegri e Bonucci strisciava da tempo una certa incompatibilità caratteriale, legata a una visione differente della gestione della squadra. Da una parte la flemma del tecnico che dosa sempre con attenzione gli slanci aggressivi e la calma (di cui è il massimo teorico), dall’altra l’esasperato agonismo psicologico del difensore che crede nei metodi di Conte: squadra sempre tenuta sul filo della tensione psicologica e continuo innalzamento dell’asticella. Da persone intelligenti, Allegri e Bonucci hanno sempre cercato un compromesso, ma alla lunga la differenza di visione ha scavato un solco profondo.

E con i compagni? Si è rotto qualcosa anche con loro?

Le vicende di spogliatoio rimangono quasi sempre nello spogliatoio, soprattutto se si tratta della Juventus. Tuttavia, certi atteggiamenti di Bonucci possono aver logorato qua e là qualche rapporto. Non è passata inosservata la mancanza di saluti sui social (un rito fra calciatori, al quale hanno partecipato solo Buffon e Barzagli). Bonucci è senza dubbio un leader, un leader dal carattere forte, a tratti - forse - troppo forte per qualcuno, che trovava un po’ ingombrante il crescente ego del giocatore.

E con la società?

Vale lo stesso discorso. Bonucci era stato al centro di una vicenda di mercato la scorsa estate, quando Guardiola lo aveva insistentemente cercato e lui avrebbe accettato volentieri le proposte. Proposte che tecnicamente non sono mai arrivate, perché il City non aveva dato seguito concreto ai desiderata del tecnico e perché alla fine la Juventus aveva proposto un sostanzioso aumento a Bonucci. Da lì in poi, la dirigenza era stata, giustamente, molto contenta delle sue prestazioni in campo, meno di certi atteggiamenti, diciamo, di onnipotenza.

A proposito di aumento, quanto c’entrano i soldi?

Non poco. Bonucci nell’ultima stagione alla Juventus ha guadagnato, premi compresi, circa 8 milioni. Al Milan quelli saranno il suo ingaggio “base” e per altri cinque anni. Al di là di qualsiasi retroscena, la questione economica conta e nel mondo del calcio non è esattamente un novità. La Juventus poteva certamente rilanciare sull’ingaggio, ma non l’ha fatto, per non essere costretta a ritarare tutti gli altri stipendi dei big, ma soprattutto perché alla luce delle incompatibilità di cui sopra, ha deciso di cedere il giocatore, effettuando la plusvalenza (che ogni anno deve essere fatta). Trattenere un giocatore che, oltretutto, ha espresso il determinato desiderio di andarsene e può avere un impatto importante sul gruppo con il suo carisma e il suo carattere sarebbe stato un rischio molto alto.

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