Bayern, nessun rimpianto: «Douglas alla Juventus? Giocava male e voleva più soldi»

Hoeness, presidente del club bavarese, punge l'esterno brasiliano ceduto ai campioni d'Italia: «Arrivato da poco già chiedeva l'aumento»
Bayern, nessun rimpianto: «Douglas alla Juventus? Giocava male e voleva più soldi»

TORINO - I tifosi della Juventus sperano che in un modo o nell’altro sarà costretto a cambiare idea, ma per il momento Uli Hoeness non si pente affatto di aver ceduto Douglas Costa ai campioni d’Italia: «Già dopo poco tempo che era qui voleva più soldi nonostante non giocasse bene», ha spiegato ai microfoni dei tedeschi di Sky il presidente del Bayern Monaco. Un atteggiamento, quello dell’esterno brasiliano, davvero poco gradito al dirigente del club bavarese che sostiene invece la linea dura adoperata in queste ore dai rivali del Borussia Dortmund con l’ammutinato Dembelé, corteggiato dal Barcellona: «Se un giocatore non si presenta a un allenamento, la responsabilità è sua. I giocatori non vanno trattati come divi, altrimenti si comportano da tali. Il Borussia si è comportato in maniera molto intelligente e serena. Quando sei una grande società, devi mostrare la tua forza di tanto in tanto: se non ottieni quello che chiedi, il giocatore resta. Fino al 31 agosto possono lasciarlo allenare. E se alla fine resterà, metterà il piede sull’acceleratore dal primo di settembre perché non vorrà che il suo valore diminuisca». Meno positivo il giudizio sul Paris Saint-Germain che ha pagato 220 milioni per strappare Neymar al Barça: «Non lo ritengo così forte - ha sentenziato Hoeness, nel 2014 è stato condannato a 3 anni e 6 mesi di carcere per sette diversi capi di imputazione per frode fiscale e rilasciato dopo 21 mesi -. Penso che il Psg, pagando quella cifra, si sia dimostrato debole come club».

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