Inter bloccata dai paletti sul mercato

Il Fair Play condiziona ancora. Pastore con obbligo di riscatto non dava vie di fuga
Inter bloccata dai paletti sul mercato

MILANO - La richiesta di obbligo di riscatto e i paletti del Fair Play Finanziario: si spiega anche così il mancato arrivo di Pastore all’Inter. I nerazzurri ci hanno provato, ma una trattativa che sembrava fattibile per la netta apertura del giocatore, non si è mai potuta concretizzare. Il ds Ausilio lo ha spiegato nella notte di mercoledì, seppur introducendo il discorso con una “bugia bianca”: «Non c’è mai stata una trattativa per Pastore - ha spiegato, ma i contatti, intensi, con l'agente Simonian ci sono stati -, perché non c’erano le condizioni economiche per chiudere». Il Psg fino all’ultimo non ha tolto la richiesta di obbligo di riscatto, un fattore che l’Inter non poteva accettare per non scalfire i conti in vista del pareggio di bilancio da raggiungere entro il 30 giugno 2018 e rispettare così per il terzo anno consecutivo il settlement agreement con la Uefa. Pastore sarebbe costato all’Inter circa 12 milioni per 16 partite in quattro mesi (7 per il prestito oneroso, 5 per l’ingaggio lordo), più altri 25 per il riscatto entro giugno: un’operazione da 40 milioni, senza un paracadute. Una delle domande che i dirigenti dell’Inter si sono posti è stata: e se poi Pastore non avesse un rendimento all’altezza e Rafinha - per cui il diritto di riscatto fissato col Barcellona è di 35 milioni - sì? L’Inter il 30 giugno per la Uefa dovrà chiudere a zero il bilancio.

 

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