Pagina 2 | Emre Can, sorpasso Juventus in 4 mosse

TORINO - Nel calcio, si sa, vale il trapattonianissimo principio per cui non è cosa buona e giusta dire “gatto” se non l’hai nel sacco. Nel calciomercato, poi, il concetto viene esasperato all’ennesima potenza. E così, la Juventus, fa bene a non dire... Can, finché non l’ha nel sacco. Ciò non toglie, però, che a dispetto di quanto accadeva ancora poche settimane fa, in casa bianconera ci sia grandissimo ottimismo in quanto alla possibilità di bloccare il forte centrocampista che si svincola dal Liverpool: c’è stato il sorpasso sulla concorrenza di altri top club europei e la firma in calce ad un contratto è ritenuta cosa davvero prossima a verificarsi (al netto, si intende, di clamorosi colpi di scena). La strategia bianconera, così come la pazienza dimostrata, ha dato i frutti sperati. E volendo esaminare nel dettaglio le mosse dell’amministratore delegato Beppe Marotta e del direttore sportivo Fabio Paratici, si può individuare quattro fasi nodali e decisive nella trattativa che può portare la squadra quasi epta-campione d’Italia a chiudere una operazione di grande rilievo.

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Punto numero uno: il tempismo con cui i dirigenti bianconeri si sono mossi sul giocatore. Basti pensare al fatto che già lo scorso anno la Juventus aveva offerto oltre 35 milioni di euro al Liverpool per Emre Can, nonostante si trattasse di un giocatore che si sarebbe svincolato da lì a 12 mesi. Vien da sé che il tedesco si senta lusingato, stim(ol) ato al punto giusto; orgoglioso di un corteggiamento durato un anno. Punto numero due: la disponibilità data dai vertici bianconeri di acconsentire all’inserimento di una clausola rescissoria nel contratto che legherà Emre Can alla Juventus. Trattasi pressoché di unicum, nell’era Agnelli-Marotta. Ma anche di condizione indispensabile per condurre in porto un affare a costo zero dal punto di vista del cartellino. Decisivo, inoltre, il superamento dei dubbi legati all’imprevisto fisico che ha fatto concludere anzitempo la stagione al centrocampista: insolito guaio alla schiena che tuttavia, secondo indiscrezioni, non è tale da preoccupare oltremodo in ottica futura. La Juventus ha fatto i suoi controlli, le sue valutazioni: e ha sgombrato il campo dalle perplessità. Da non ignorare, poi, l’effetto Bernabeu: la prova di forza offerta contro il Real ha confermato le potenzialità e le ambizioni della Juventus anche in ambito europeo: altro che ridimensionato, l’appeal juventino. Insomma: tutti fattori che hanno aiutato la Juventus a superare la concorrenza di Liverpool, Real Madrid e - soprattutto - Bayern Monaco.

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Punto numero uno: il tempismo con cui i dirigenti bianconeri si sono mossi sul giocatore. Basti pensare al fatto che già lo scorso anno la Juventus aveva offerto oltre 35 milioni di euro al Liverpool per Emre Can, nonostante si trattasse di un giocatore che si sarebbe svincolato da lì a 12 mesi. Vien da sé che il tedesco si senta lusingato, stim(ol) ato al punto giusto; orgoglioso di un corteggiamento durato un anno. Punto numero due: la disponibilità data dai vertici bianconeri di acconsentire all’inserimento di una clausola rescissoria nel contratto che legherà Emre Can alla Juventus. Trattasi pressoché di unicum, nell’era Agnelli-Marotta. Ma anche di condizione indispensabile per condurre in porto un affare a costo zero dal punto di vista del cartellino. Decisivo, inoltre, il superamento dei dubbi legati all’imprevisto fisico che ha fatto concludere anzitempo la stagione al centrocampista: insolito guaio alla schiena che tuttavia, secondo indiscrezioni, non è tale da preoccupare oltremodo in ottica futura. La Juventus ha fatto i suoi controlli, le sue valutazioni: e ha sgombrato il campo dalle perplessità. Da non ignorare, poi, l’effetto Bernabeu: la prova di forza offerta contro il Real ha confermato le potenzialità e le ambizioni della Juventus anche in ambito europeo: altro che ridimensionato, l’appeal juventino. Insomma: tutti fattori che hanno aiutato la Juventus a superare la concorrenza di Liverpool, Real Madrid e - soprattutto - Bayern Monaco.

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