Hamsik-Napoli ai titoli di coda: a gennaio può essere divorzio

Il capitano azzurro è tutt’altro che intoccabile per Ancelotti, che lo ha impiegato appena 238’
Hamsik-Napoli ai titoli di coda: a gennaio può essere divorzio© LAPRESSE

NAPOLI - Marek Hamsik ormai non è più un caso, c’è la certificazione numerica che non sia più al centro del progetto Napoli. Brutalmente è così. Con l’avvento di Carlo Ancelotti è arrivata la constatazione che il 31enne capitano slovacco sembra essersi avviato sul viale del tramonto e non solo per l’inesorabile trascorrere del tempo. La posizione in campo lo ha costretto, poi, a disertare gran parte delle sfide giocate dal Napoli negli ultimi 5 anni, senza aver mai alzato la voce, né aver preteso di decidere dove e quanto giocare: la sua educazione e lo spirito di gruppo lo hanno portato a ingoiare le scelte che gli allenatori prendevano, chiedendo a lui cose poco adatte alle sue caratteristiche. Aveva cominciato Rafa Benitez, schierandolo da trequartista alle spalle della punta centrale, poi Maurizio Sarri che lo richiamava in panchina quando scoccava l’ora di gioco, fino ad Ancelotti che nella sua posizione di mezzala vede molto di più Piotr Zielinski. Nel Napoli sono altri quelli sempre presenti. Kalidou Koulibaly e Elseid Hysaj, che con i 450 minuti a testa, non hanno saltato un solo istante delle 5 sfide ufficiali del Napoli. Un bel “5 su 5” lo fanno registrare anche Mario Rui, Allan, Zielinski, Arkadiusz Milik e Lorenzo Insigne. Hamsik, invece, è tristemente decimo nella graduatoria di utilizzo dei calciatori della squadra azzurra. Mai come quest’anno, Marekiaro è stato in campo soltanto per 238 minuti (dei 450 complessivi) nelle 4 gare di cui ha fatto fatto parte, rispetto alle 5 già disputate dal Napoli.

FUTURO IN BILICO - Non era mai successo in precedenza che venisse utilizzato così poco e, forse, quest’anno è capitato anche perché ha accettato di sostituire Jorginho nel ruolo di playmaker. È una posizione che non gli appartiene, con un timing diverso rispetto alle proverbiali sgroppate che lo hanno reso celebre nel mondo ed appetito dai club più blasonati. Nelle 5 stagioni precedenti a quella in corso, era stato impiegato (non tantissimo) di più nell’ambito delle 5 sfide iniziali: 308 minuti nella stagione scorsa, 404 nel 2016-2017, 392 nel 2015-2016, 394 nel 2014-2015 e 327 nel 2013- 2014. Il declino di Hamsik è stato progressivo, testimoniato anche dal numero di gare nelle quali è rimasto in campo fino al 90’: soltanto 8 delle 25 giocate dal Napoli nelle prime 5 sfide ufficiali delle ultime 5 stagioni. Un genio incompreso oppure un ragazzo troppo educato e disponibile? Il confine è sottilissimo e oggi sembra essere diventato solo il commento finale alla sua (lunga) storia con la maglia azzurra. Quando? Non si sa, ma potrebbe succedere che dica addio a gennaio, anche se la dirigenza ed il suo entourage escludono il trasferimento in Cina, quando la stagione in Italia è ancora in corso. Sta di fatto che nella posizione che fu di Jorginho, oggi Ancelotti non predilige Hamsik e non stravede nemmeno per Amadou Diawara. Soltanto 109 minuti nelle tre partite in cui è stato messo in campo (la media di 36’ per singolo match) il regista della Guinea, che aveva sperato nell’addio di Sarri per accumulare un minutaggio maggiore. Così, finora, non è stato e non si può escludere il “grande ribaltone” a breve: Stanislav Lobotka che dice «resterò al Celta Vigo fino a gennaio, poi voglio la Champions», è molto più di un suggerimento lanciato al Napoli.

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