Carrera sicuro: «Conte può prendere una squadra in corsa»

L'ex tecnico Spartak Mosca parla del suo ex maestro ai tempi della Juventus e della squadra di Allegri: «Sì, può vincere la Champions»

TORINO - Dopo l'apprendistato a Torino nella Juventus come tecnico delle giovanili prima e come collaboratore di Antonio Conte poi, Massimo Carrera ha trovato la sua strada in Russia sulla panchina dello Spartak Mosca da cui ha appena divorziato. E ora è in attesa della prossima avventura proprio come Antonio Conte che è ancora sotto contratto con il Chelsea ma potrebbe tornare in pista molto presto, magari alla guida del Real Madrid al posto di Julen Lopetegui«Con Conte ci siamo sentiti una settimana fa - ha detto lo stesso Carrera ai microfoni di Rcm Sport -. Ora lui è a Londra. È in grado di prendere una squadra in corsa, può rivoluzionare una squadra in ventiquattro ore. Ha tutte le caratteristiche per farlo, poi starebbe a lui decidere. Se qualcuno lo prendesse, sicuramente non se ne pentirebbe». Una battuta poi sulla Juventus: «Se può centrare la Champions League? Per me sì. Ci sono tante squadre forti, ma ha tutte le carte in regola. Ha preso consapevolezza delle sue qualità, può essere l'anno»

IL FUTURO - Carrera ha inoltre fatto un bilancio sulla sua esperienza a Mosca: «Lasciare un buon ricordo è importante. Purtroppo nel calcio i risultati sono positivi o negativi e le soceità decidono di cambiare allenatore per trovare una soluzione. Ho accettato questa decisione ma sono stati comunque due anni e mezzo importanti, perché sono diventato allenatore. Loro hanno creduto nelle mie qualità, ho portato lo Spartak a vincere il campionato dopo sedici anni, abbiamo vinto la Supercoppa e siamo arrivati terzi l'anno scorso per un finale rocambolesco. Quest'anno - ha aggiunto - siamo in Europa League e in campionato a un punto dalla seconda: non era un risultato disastroso ma la società ha deciso così». Ora l'ex difensore juventino guarda al futuro: «In Russia sono cresciuto molto. Un conto è fare l'assistente, un conto è fare l'allenatore e prendere le decisioni. Mi prendo un po' di relax, sono stati due anni e mezzo intensi, a volte non semplici. Non avevo modo di parlare spesso con la proprietà se non con qualche messaggio con il presidente. Adesso voglio fermarmi un attimo e riflettere, anche sugli errori che posso aver commesso. Una panchina italiana? Mai dire mai, in questo momento l'idea è di riposarmi ma dipende sempre cosa viene offerto, i programmi e cosa vuole un club. Non alleno solo per allenare. Non ho nessuna preclusione per nessun Paese. Bisogna vedere il progetto e poi decidere»

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