DA FONDISTA A CALCIATORE
Ai tempi del College non si appassiona al calcio: è affascinato dalla corsa e così inizia una brevissima carriera da fondista. Ama la fatica e la corsa appaga questa inclinazione. Fino a quando non scopre il pallone: ne rimane incantato e così, con la maglia del Cardiff, inizia una trafila che lo porterà a diventare l’oggetto del desiderio di Arsene Wenger, uno che in materia di giovani ci ha sempre visto lungo. Lo porterà all’Arsenal e, come accaduto con talenti ancor più brillanti e precoci, lo getterà nella mischia in Champions, nel preliminare contro il Twente dell’agosto 2008. Ramsey fa bene, ma per i Gunners serve di più: si divide fra Nottingham Forest e Cardiff, prima di tornare all’Emirates. Di lui impressionano due cose: la naturale predilezione al sacrificio e la capacità di calciare con entrambi i piedi. Vince 3 Coppe d’Inghilterra e 3 Supercoppe di Inghilterra: palmares non ricchissimo perché l’Arsenal viene travolto dalla fase di crepuscolarismo di Wenger. Nell’avventura a Londra tante gioie, ma anche due infortuni seri: nel 2009-2010 si rompe tibia e perone, mentre nel 2013 si ferma 4 mesi per un guaio muscolare. Sui social diventa suo malgrado celebre per quella che è stata ribattezzata la “maledizione di Ramsey”: Bin Laden, Steve Jobs, Gheddafi, Robin Williams e altri sono morti il giorno stesso o pochi giorni prima di un suo gol. Pura casualità, sulla quale Ramsey fa spallucce. Anche perché, le sue reti, sono superiori ai decessi delle star. E il gallese ha uno 'sponsor' speciale all'interno della Juventus...
© RIPRODUZIONE RISERVATA