Juventus, quanto piace Kean ma non si muoverà

Il Genoa è stato l’ultimo club a chiedere in prestito il giovane centravanti: respinto. Allegri non lo lascia partire, per il ko di Mandzukic e per farlo maturare con i big
Juventus, quanto piace Kean ma non si muoverà© Juventus FC via Getty Images

TORINO - Una fila che si è allungata sempre più, giorno dopo giorno. E la Juve a sempre dire no. Pretendenti deluse, quelle che hanno chiesto Moise Kean in prestito. L’ultimo a provarci è stato il Genoa, quando Enrico Preziosi l’ha buttata lì nei colloqui portati avanti per riavere Stefano Sturaro in rossoblù e portare Cristian Romero in bianconero. Ha provato a prendere il centravanti, uno che piace tantissimo a Cesare Prandelli. Niente da fare. Come non c’è stato niente da fare per Parma, Chievo, Spal e Bologna in Italia e per l’Ajax all’estero, neppure come eventuale carta per impostare un’operazione De Ligt alla Juventus.

Perché su Kean la Juve fa quadrato. In società, quando se ne chiede notizia al ds Fabio Paratici, come in squadra, quando si interpella Massimiliano Allegri: «È un giocatore della prima squadra - ha detto il tecnico nel post-partita di Bologna -, è un ragazzo che ci può dare una mano: uno che, quando gioca, le occasioni le ha sempre». Come si è visto, per l’appunto, in Coppa Italia al Dall’Ara, nello stesso stadio in cui - il 27 maggio 2017 - a 17 anni aveva realizzato la prima rete di un millennial in uno dei cinque tornei top in Europa.

Kean può dare una mano nell’immediato, visto l’infortunio che ha fermato Mario Mandzukic. Il croato sta lavorando sodo per tornare disponibile, il piano è quello di rivederlo con il gruppo a fine mese. Nel frattempo domani riparte il campionato e mercoledì 30 c’è da giocare il quarto di finale a Bergamo contro l’Atalanta. Il giovane centravanti può tornare utile. E poi in questa stagione sta imparando per il futuro. Allegri, dopo il prestito al Verona, corredato da quattro reti, ha deciso fin dall’estate di non lasciar andare via Kean. Riteneva per l’attaccante più formativo stare in mezzo ai campioni bianconeri che non andare in qualche squadra di media-bassa classifica, con il rischio di ritrovarsi ignorato non appena le cose non fossero andate per il verso giusto.

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