Juve, Allegri pensa al campo

La situazione dell'allenatore bianconero: sereno e concentrato sull’Atletico, poi l’incontro decisivo con Agnelli. Entro aprile il confronto tra presidente e tecnico: addio probabile ma non ancora certo
Juve, Allegri pensa al campo© Juventus FC via Getty Images

TORINO - C’è un unico futuro che al momento interessa a Massimiliano Allegri: è quello rappresentato dai sei giorni che mancano alla sfida contro l’Atletico Madrid di martedì, in cui la sua Juventus proverà a ribaltare il 2-0 subito al Wanda Metropolitano e a conquistare l’accesso ai quarti di finale di Champions League. A quello e solo a quello pensa l’allenatore bianconero, non giorno e notte perché l’ossessività è quanto di più lontano dal suo modo di intendere il calcio. Al futuro in senso più ampio penserà dopo il confronto con i colchoneros. Nel giro di un mese il tecnico incontrerà Andrea Agnelli, come accade ogni anno più o meno a cavallo tra marzo e aprile, per fare il punto sull’annata in corso e sulle prospettive per quella successiva: che da contratto dovrebbe vedere Allegri ancora sulla panchina bianconera (l’accordo firmato nel 2017 scadrà nel 2020), ma che invece sembra sempre più assumere i contorni della prima del dopo Allegri.

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Di certo l’incertezza sul futuro non turba il lavoro dell’allenatore bianconero, un po’ perché la serenità è uno dei suoi punti di forza, un po’ perché quanto costruito nelle stagioni juventine, quattro scudetti ormai quasi cinque, quattro Coppe Italia e due finali di Champions League, gli permette di puntare alle panchine più prestigiose qualora l’addio alla Juventus si concretizzasse. A cominciare da quella del Real Madrid, che lo aveva già cercato dopo l’addio di Zidane, ma a cui Allegri aveva detto no perché si era già impegnato con Agnelli, proprio nel citato incontro di ogni primavera.

Cosa si diranno presidente e allenatore nel prossimo? «Deciderà, deciderò, decideremo», ha detto Allegri. L’oggetto di riflessione sarà lo stesso per entrambi. Agnelli, al di là dell’esito dell’ottavo con l’Atletico che avrà un peso relativo, dovrà valutare, e sta già valutando, se dopo cinque stagioni (solo Trapattoni ne ha fatte di più consecutivamente alla guida della Juventus) Allegri potrà ancora dare stimoli tecnici, tattici e motivazionali alla squadra. E dovrà considerare come sostituirlo. L’allenatore, similmente, dovrà considerare se guidare i bianconeri per la sesta stagione potrà ancora ispirarlo a tirare fuori il meglio di se stesso o se non senta il bisogno di una nuova sfida (e valutare quelle che gli saranno prospettate). Di certo, visto l’eccellente rapporto personale oltre che professionale che si è cementato negli anni tra Agnelli, Paratici e Allegri, non ci saranno rotture.

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TORINO - C’è un unico futuro che al momento interessa a Massimiliano Allegri: è quello rappresentato dai sei giorni che mancano alla sfida contro l’Atletico Madrid di martedì, in cui la sua Juventus proverà a ribaltare il 2-0 subito al Wanda Metropolitano e a conquistare l’accesso ai quarti di finale di Champions League. A quello e solo a quello pensa l’allenatore bianconero, non giorno e notte perché l’ossessività è quanto di più lontano dal suo modo di intendere il calcio. Al futuro in senso più ampio penserà dopo il confronto con i colchoneros. Nel giro di un mese il tecnico incontrerà Andrea Agnelli, come accade ogni anno più o meno a cavallo tra marzo e aprile, per fare il punto sull’annata in corso e sulle prospettive per quella successiva: che da contratto dovrebbe vedere Allegri ancora sulla panchina bianconera (l’accordo firmato nel 2017 scadrà nel 2020), ma che invece sembra sempre più assumere i contorni della prima del dopo Allegri.

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