Torino, retroscena Miranchuk: spunta una clausola

L’Atalanta può blindare il russo (scadenza 2024) fino al 2026. Ecco perché il prestito fu bloccato

TORINO - Utile, utilissimo. Sotto molti aspetti, tattica alla mano, assimilabile a Dennis Praet, ripensando alla scorsa stagione. Sullo scacchiere del 3-4-2-1 di Ivan Juric, Aleksey Miranchuk è considerato dal tecnico croato quale trait d’union tattico tra centrocampo e attacco, ai lati (e spesso in posizione meno avanzata) di Nikola Vlasic, lasciato invece più libero di svariare sul fronte offensivo. Tanto Vlasic quanto Miranchuk sono arrivati al Torino in prestito. Il primo dal West Ham, dove era finito ai margini, con un diritto di riscatto prefissato da 14,5 milioni. Miranchuk, invece, è stato affittato via Atalanta: anche lui con un diritto di riscatto, peraltro leggermente inferiore, da 12 milioni. Il russo non era così poco considerato da Gian Piero Gasperini come Vlasic in Inghilterra, ma indubbiamente anche Aleksey non rappresentava esattamente una colonna per il tecnico dell’Atalanta nello scorso campionato, il secondo per lui in Italia. Soltanto 7 presenze da titolare, più 12 ingressi a partita in corso. Il tutto, comunque arricchito da 2 gol e 4 assist. Non un intoccabile, in ogni caso. Tanto è vero che prima della metà di agosto veniva ceduto in prestito ai granata. Ma già a fine luglio l’operazione veniva data per fatta. E non solo mediaticamente. Basti ricordare che il Torino aveva anche già organizzato le visite mediche. Ma in extremis l’Atalanta bloccò tutto per non meglio precisati motivi.

La tutela dell’Atalanta

Nei giorni successivi fu tirato in ballo lo stesso Gasperini, che intanto aspettava ancora rinforzi per il reparto offensivo. Poi lo stesso tecnico, in una intervista, dichiarò in sostanza che non era stato lui la causa di quello stop imprevisto, evocando piuttosto scelte ed esigenze societarie. Infine, l’11 agosto, l’operazione andò ufficialmente in porto, con tutti i crismi. Ma cosa diavolo era successo, allora, in quelle due settimane scarse di tiraemolla a inizio agosto? Indubbiamente Gasperini aspettava l’ingaggio di rinforzi, prima di dare il suo via libera: l’attaccante Lookman, ad esempio, fu preso dai bergamaschi proprio a inizio agosto, dunque dopo quel primo stop imposto a Bergamo a Miranchuk. Ma raccontano che i motivi erano anche altri. E uno di questi (non certo marginale, anzi) riguardava la situazione contrattuale del russo. Fino a prova contraria legato, a quel tempo, soltanto da un legame con l’Atalanta in scadenza nel 2024. Una scadenza decisamente ravvicinata, in considerazione del prestito di Miranchuk al Torino sino al 30 giugno 2023. E cosa si scopre, adesso? Che l’Atalanta, accortamente, ha voluto tutelarsi prima di liberare il russo. Come? Facendogli firmare un diritto unilaterale a favore del club per un prolungamento automatico addirittura sino al 2026. Ben più distante, dunque, rispetto alla scadenza del prestito ai granata. Un diritto eventualmente da esercitarsi in futuro con buona libertà, sotto il profilo temporale: volendo, ben dopo la prossima sessione estiva di mercato.

Dopo quella di Nzola…

Le trattative si allungarono nel tempo: anche così si può spiegare quel trasferimento di Miranchuk posticipato di quasi due settimane. Dopo la clausola che consentirà allo Spezia di allungare il contratto all’attaccante Nzola (nel mirino del Torino) dal 2023 al 2024, questione sviscerata nei giorni scorsi su queste colonne, ecco dunque spuntarne un’altra, sulla strada del club granata. Giacché quel diritto unilaterale di prolungamento sino al ‘26 per Miranchuk metterà in condizione i bergamaschi di avere molto più potere contrattuale e strumenti, in estate, allorché il Torino potrà tentare di esercitare pressioni per ottenere un rinnovo del prestito. Difficilmente l’Atalanta accetterà di replicare l’affitto del russo. O di concedere chissà quale sconto al club granata, caso mai il Torino chiedesse di ridurre sensibilmente quella cifra prefissata da 12 milioni. L’esistenza di questo diritto unilaterale di prolungamento, fin qui ignoto ai più, finora mai pubblicamente emerso, modifica ordunque gli scenari. Tutela maggiormente l’Atalanta, club rivelatosi nel frangente lungimirante. E darà da discutere, pensiamo. 

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