Juve e Roma contro la Sindrome di Annibale

L'esperto dà i consigli ai nostri club. La paura reverenziale con la quale Juventus e Roma hanno affrontato alcuni appuntamenti ne hanno sancito una classifica del girone deficitaria per i bianconeri e i giallorossi, attesi questa settimana da due partite decisive per il proseguo del cammino europeo, rispettivamente allo Juventus Stadium contro l’Olympiakos, per un match da “dentro o fuori”, e all’Allianz Arena di Monaco contro il Bayern, per continuare a sperare. Lo psichiatra Michele Cucchi, direttore sanitario del Centro Medico Santagostino di Milano, spiega ai tecnici come motivare i propri giocatori per vincere questa “sindrome di Annibale” e superare il girone
Juve e Roma contro la Sindrome di Annibale

TORINO - Forti, determinate e praticamente imperforabili in Serie A. Molli, eccessivamente prudenti e demotivate in Champions League. Le squadre italiane qualificate alla maggiore competizione europea per club sbagliano sistematicamente l’approccio agli appuntamenti più prestigiosi del calcio europeo, affrontando gli avversari con uno spirito rinunciatario, completamente opposto a quello grazie a cui dominano il campionato italiano. La paura reverenziale con la quale Juventus e Roma hanno affrontato alcuni appuntamenti di calcio internazionale ne hanno sancito una classifica del girone deficitaria per i bianconeri e i giallorossi, attesi questa settimana da due partite decisive per il proseguo del cammino europeo, rispettivamente allo Juventus Stadium contro l’Olympiakos, per un match da “dentro o fuori”, e all’Allianz Arena di Monaco contro il Bayern, per continuare a sperare. L’esperto psichiatra Michele Cucchi, Direttore Sanitario del Centro Medico Santagostino di Milano, spiega ai tecnici come motivare i propri giocatori per vincere questa “sindrome di Annibale” e superare il turno europeo.


SIAMO FRAGILI «L'Italia è un paese creativo, dotato di mille risorse culturali ed intellettuali, che però spesso cade sulla strada dei grandi successi causa della mancanza di costanza e della ridotta tranquillità emotiva, che sembra risultare ancora più fragile e labile quando salgono le aspettative – spiega il dottor Michele Cucchi – La stessa identica cosa si ripropone a livello calcistico, più marcatamente quando i nostri club si accingono a disputare le partite più importanti, ovvero quelle delle coppe europee: cosa ci succede quando giochiamo oltralpe? Qualcuno sostiene che le difficoltà siano legate al divario tecnico, e perdere contro chi è più forte è solo la logica conseguenza di un grande gap tecnico che deriva dalla crisi economica delle nostre società. Ma non sempre vince il più forte, ormai dovremmo saperlo bene. Quindi di cosa stiamo parlando? Si tratta di quello che tecnicamente viene chiamato il "fasciarsi la testa prima di averla rotta", la pessimistica profezia sul proprio futuro che si avvera sistematicamente». Secondo Michele Cucchi come accadde per Annibale, che ad un passo dalla conquista di Roma rinunciò alla grande impresa e venne costretto a tornare in Africa, le squadre italiane devono buttare il cuore oltre l’ostacolo e osare per arrivare alla vittoria: «In sostanza a è più probabile, anche quando pare quasi impossibile, delle cose che temiamo si avverino: una sconfitta, una clamorosa débâcle, una sconfitta impronosticabile, una scena muta all'esame, diventano molto più probabili quando le teniamo intensamente e combattiamo con la paura di doverla esorcizzare. Ora l'Italia del calcio vive con il fiato sospeso delle coppe, e questo è quello che complica le cose. Dovremmo invece recuperare quella sana incoscienza che tanto ci contraddistingue nelle vittorie epiche, che ci permette di giocare come sappiamo: magari non saremo i più forti ma c'è la giocheremo. Recuperiamo quella tranquillità e quella sana passione agonistica che si respira suo campi dell'oratorio. Non facciamoci ingannare dalle nostre aspettative. Giochiamo e basta».


I 5 CONSIGLI DEL DOTTOR CUCCHI PER SUPERARE LA SINDROME DI ANNIBALE:

1. L’INCOSCIENZA PORTA LONTANO
Ogni grande risultato, nella vita come nello sport, arriva grazie alla costanza e ai rischi che si corrono in vista di un futuro migliore. Dobbiamo spegnere per un attimo il cervello e buttarci nella giocata che può cambiare le sorti di una stagione, provare ciò che riteniamo impossibile e dare tutto nei novanta minuti: la vittoria è solo dietro l’angolo.

2. SE CE L’HA FATTA DAVIDE CONTRO GOLIA…
La leggenda di un uomo che abbatte un gigante dovrebbe essere la bibbia delle squadre italiane che affrontano i migliori club a livello europeo. Il destino, gli episodi, la serata storta di un rinomato campione straniero, unite a una prestazione magistrale dei nostri giocatori, potrebbe riservare piacevolissime sorprese.

3. …IN ALTO I NOSTRI CUORI!
Liberiamo la mente, gonfiamo il petto teniamo alto lo sguardo. Il nostro compito è quello di superare le epiche gesta di Annibale: risaliamo la penisola iberica, valichiamo le Alpi e arrivati alle porte del nostro più grande sogno diamo l’anima per conquistare il traguardo più ambito, la Coppa dei Campioni.

4. VIVIAMO L’OGGI E SCORDIAMOCI IL PASSATO
Dimentichiamoci di ieri, di domani e viviamo finalmente l'oggi. Le sconfitte del passato sono lontane, tutto ciò che conta è qui ed ora, hic et nunc. Con la mente libera dai retaggi del passato vincere sarà molto più semplice.

5. GIOCARE COME SUL CAMPO DELL’ORATORIO
Recuperiamo quella tranquillità e quella sana passione agonistica che si respira sui polverosi campi dell'oratorio, senza farci ingannare dalle nostre aspettative, talvolta così elevate da schiacciare le nostre energie residue. Giochiamo e basta, fuoco alle polveri!

© RIPRODUZIONE RISERVATA
Loading...

Champions, i migliori video