Champions Juve, Tevez con Buffon. Ora ci pensano loro

Leader uniti per aiutare Allegri: in campo e nei discorsi alla squadra
Champions Juve, Tevez con Buffon. Ora ci pensano loro© Ansa
TORINO - Ci pensano loro, ci penseranno anche loro. Il giustiziere e il capitano. L’argentino e l’italiano. L’attaccante e il portiere: e tutto il mondo attorno. In campo, Tevez e Buffon rappresentano gli estremi che si toccano. Tocca a loro, adesso. Dal flop contro il Parma all’andata dei quarti di finale di Champions contro il Monaco, il passo è breve come certe occhiatacce che l’Apache riserva a chi gli pesta i calli. Ma anche come quelle frasi, acuminate e secche, che Gigi dispensa come un colpo di scimitarra, quando vuole mettere in riga chi sbaglia. Se ci sono due giocatori due che sanno andare oltre la semplice presenza sul prato, che peraltro non è mai semplice per gli avversari, quelli sono proprio il bombarolo degli ultimi tempi e la saracinesca degli ultimi lustri. Si sono già fatti sentire, più ancora lo faranno. Prim’ancora di scendere in campo contro il Monaco, dopo aver visto i compagni scivolare sulla buccia di banana del Tardini, Tevez e Buffon hanno dato (ieri), danno (oggi) e daranno (domani, in ritiro e nel prepartita) una mano ad Allegri. Lo sa l’allenatore, che - giustamente - sfrutta anche loro due, come poteva fare Conte. E lo sa la società, che pure a questo giro ha sottolineato l’importanza dei due giocatori non solo in porta e dalle parti dell’area avversaria, ma anche per gli equilibri dello spogliatoio, e non solo per suonare la sveglia ai più giovani. «Gigi e Carlos parlano spesso e volentieri alla squadra, danno la carica, oppure invitano il gruppo a mantenere o a ritrovare la massima attenzione. Sono due leader e anche loro daranno un contributo importante in queste ore di avvicinamento alla partita con il Monaco», erano le indicazioni che arrivavano dai piani alti della Juventus, ieri pomeriggio. Con i Chiellini, i Pirlo, i Bonucci, i Marchisio, la sfilata del carisma è confezionata.

«TEVEZ CI PARLA SEMPRE» - Rivelava Morata, qualche giorno fa, nell’intervista a questo giornale: «Tevez è un grande anche con le parole. Prima della partita ci parla sempre e ci carica. E in campo ci trascina con la sua grinta». Quanto a Buffon: è talmente noto e importante l’apporto del capitano, nella Juve come in Nazionale, e da una vita, che non occorre nemmeno riascoltare le confessioni di qualche compagno per ribadire e soppesare il peso dei suoi interventi dialettici. Però può essere utile ricordare cosa disse dopo il balordo pareggio di Cesena. E fu un intervento fin a sorpresa, per come si prese le colpe, pur non avendone di particolari sul campo.

«E' COLPA MIA» - Sentenziò: «Se vogliamo vincere scudetti e Coppe, non possiamo regalare così tanto agli avversari. Nessuno ci fa dei favori per partito preso, dobbiamo andarcele a prendere le cose: con umiltà. Dobbiamo essere bravi e furbi, invece siamo scesi in campo con la mentalità sbagliata. Ma la colpa è stata mia, da capitano non ho trasmesso la giusta energia alla squadra». Ecco, quest’ultima frase è il caposaldo del ragionamento: «Non ho trasmesso la giusta energia». Sempre Buffon, prima della partita di settembre in casa contro l’Udinese (seconda giornata di campionato), pronunciò un discorso nello spogliatoio, come neanche... Allegri. Il succo: «Andiamo ragazzi! Ricordiamoci dell’anno scorso, la fatica che abbiamo fatto nel primo mese... E fummo anche fortunati... Abbiamo vinto delle partite che non sappiamo neanche come. Non commettiamo i soliti errori. Mi raccomando!». Eccetera, eccetera. Per la cronaca, poi quella partita sarebbe finita 2 a 0 per la Juve.

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