Vialli: «Segna Marchisio, Juve immortale»

«Spero che sia Claudio a firmare il gol vittoria: ha il midollo bianconero. Pirlo con i suoi lanci può spaccare il Barcellona. Tevez, mi rivedo in te»
Vialli: «Segna Marchisio, Juve immortale»© ANSA

TORINO«In tutta onestà, ti rendi davvero conto dell’importanza di aver alzato la Champions, da capitano, davanti a uno stadio pieno di tifosi, soprattutto col passare del tempo. E tutto ciò ti fa diventare immortale, ti lascia questa sensazione impareggiabile. Me ne rendo conto quando incontro i tifosi per strada. Mi ripetono: “Io c’ero a Roma, ero al tuo fianco dagli spalti”. Oppure mi presentano ai loro figli, dicendo: “Ecco il nostro eroe”. E’ molto gratificante. E allora vorresti che durasse per sempre».

Ma non è possibile pensare a un Vialli che gufa. Non ci crederebbe nessuno. «Infatti spero che qualcuno la alzi di nuovo. E al più presto. E diventi anche lui immortale. Per cui, se deve succedere, è meglio che succeda ora, visto che il capitano è Buffon. Così nella hall of fame della Juve la mia foto che alzo la Coppa finirà in mezzo a quella di Scirea e di Gigi. Tra Van Gogh e Picasso, anche il tuo quadretto umile acquisterebbe una certa importanza... Sarebbe molto bello se fosse Buffon a togliermi questo privilegio, l’onore di essere l’ultimo capitano ad aver alzato la Champions. Anche perché potrebbe andarmi peggio se passassero altri anni, non vorrei che un giorno toccasse a Chiellini...».

Percentuali. «Percentuali non ne do. Non ha senso. Certo la Juve non è favorita. Secondo Lippi, questo Barcellona è la squadra più forte della storia. Ma le squadre italiane sono le uniche in grado di sorprendere e di abbattere i pronostici più scontati. Noi italiani abbiamo moltissimi limiti, però... porca miseria... certe cose le sappiamo fare alla grande! Soffrire. Sorprendere i più forti col cinismo e l’umiltà. Ho fiducia. In una gara secca può succedere pure che la Juve giochi benissimo e loro malissimo. Suarez, Messi e Neymar hanno solo una partita per poterti fare male. Meglio così, perché due gare di seguito non le sbagliano mai. Mi viene in mente il celebre incontro di pugilato del 1974 tra George Foreman e Muhammad Ali. La Juve, come Muhammad Ali, che non era favorito ma vinse, deve già mettere in conto che prenderà tanti cazzotti. Ma proprio come lui, dovrà trovare sempre il modo di ripartire, di attaccare. Creare dubbi, incertezze nel Barça sarà fondamentale, dal punto di vista psicologico». [...]

Cosa vorrebbe da Pirlo? «Da lui vorrei quelle aperture che sa fare anche a occhi chiusi, in particolare quel lancio lungo che è solito disegnare sopra le teste dei due centrali difensivi. Per gli scatti di Motata e Tevez. Che devono essere bravi a inserirsi in avanti all’improvviso, scambiandosi di continuo di posto. Uno viene verso la palla, l’altro scatta verso il portiere. Pirlo è geniale nel lanciare di prima, di interno destro o sinistro, non appena ricevuto il pallone dalle fasce. Vede in anticipo dei corridoi come nessun altro. Ecco perché i tre mediani della Juve devono creare i presupposti tattici per liberarlo. In difesa il Barcellona qualcosa concede sempre. Io li ammiro tantissimo i catalani. Fanno il gioco che mi piace di più, anche rispetto al Real, perché hanno trovato una chimica perfetta. Non sono leziosi, eppure sono dei fenomeni. Sono concreti, giocano a un ritmo pazzesco, anche se possiedono una classe speciale. Luis Enrique ha tanti meriti, perché è riuscito a far coesistere quei tre là davanti senza geloie, senza invidie. E creando un equilibrio perfetto, tatticamente, pur avendo a centrocampo tre giocatori dalle spiccate vocazioni offensive. Mica dei Gattuso, per intenderci». [...]

A Morata e Tevez cosa direbbe di fare, invece? A parte scattare quando ha la palla Pirlo... «Devono sapere che è una finale da giocare alla morte. Quindi bisogna innanzi tutto correre. Devono ricordarsi che i rifornimenti non potranno essere quelli del campionato. Dovranno saper soffrire senza perdere mai la calma. In partite come queste, devi saper trasformare anche i meloni in palloni d’oro». [...]

Sognare per sognare: chi si meriterebbe di segnare il gol della vittoria? «Mi piacerebbe che capitasse a Marchisio. Perché Claudio è nato nel vivaio della Juve, ha conosciuto anche il pane duro della B, è bianconero fin nel midollo. E’ un leader, seppur silenzioso».

Marco Bonetto

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