Buffon: «La nostra furia è Tevez»

Si autodefinisce “l’esperto”, poi snocciola una definizione per ciascuno dei compagni bianconeri

TORINO - Silenzio, parla il capitano. SuperGigi Buffon, del resto, è personaggio pure fuori dal campo, in grado di dire una buona parola al momento giusto. Una buona parola ai compagni, si intende, ma anche - a quanto pare - sui compagni. In una intervista speciale concessa al sito ufficiale dell’Uefa, infatti, non ha lesinato giudizi e appellativi, centrando l’essenza di ciascun bianconero in organico. Partendo da se stesso, ovviamente: definendosi, con una risata, «mooolto esperto». E proseguendo, poi, dai difensori agli attaccanti, passando tra pendolini, mastini, geni e furie.

MURO INVALICABILE - «Giorgio Chiellini è il nostro uomo forte. La sua grande arma è la prepotenza fisica. Andrea Barzagli è un difensore eccezionale: sicuramente è tra i primi tre o quattro al mondo. Leonardo Bonucci secondo me è il ragazzo che è maturato di più rispetto agli altri: ha fatto un salto di maturità impressionante, adesso lo considero veramente il top che si possa avere in difesa, assieme a Chiellini e Barzagli». Poi uno sguardo alle corsie: «Lichtsteiner è il nostro pendolino, un moto perpetuo che sulla fascia non smette mai di correre. Attacca quando c’è da attaccare, difende quando c’è da difendere; è veramente una sicurezza. Patrice Evra assieme a me e qualche altro è quello che ha maggior confidenza con certe competizioni... E devo dire che quando ci sono gare importanti è molto bello vedere la carica agonistica che riesce a trasmettere a tutto il gruppo». [...]

CATTIVERIA - Infine l’attacco. «Alvaro Morata è stato la sorpresa più grande e adesso che lo conosco meglio posso dire che se maturerà nella maniera giusta potrà essere il crack dei prossimi anni. Carlo Tevez è la nostra furia: quando lui si accende, si accende tutta la squadra. E’ coinvolgente. Mentre Llorente è il nostro ariete. Ha passato un momento poco bello, adesso da tre-quattro partite, ogni volta che gioca, ci mette la cattiveria che serve: capisce i momenti della gara e ha ritrovato una bella freschezza fisica».

Fabio Riva

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