© EPAMANCHESTER - In soldoni Manuel Pellegrini ha detto che deve ancora farne, di strada, prima di poter essere paragonato a Yaya Touré («Non è giusto mettere a confronto un giocatore giovane come Pogba, con uno come Touré che ha alle spalle una carriera fantastica»). Salvo rivolgergli una carezza, nella conferenza di ieri: «I bianconeri hanno tanti ottimi giocatori e Pogba è uno di questi». Pure Massimiliano Allegri nella Juve, come Didier Deschamps fronte Francia, non perdono occasione per stimolarlo a un ulteriore processo di crescita («Deve migliorare rispetto allo scorso anno, dimostrare di poter ancora compiere un salto di qualità», l'esortazione ribadita dal tecnico bianconero al sito dell'Uefa). Poi ci si è messo pure Fabio Capello, attraverso Tuttosport, a tracciare il profilo di un giocatore in cerca dell'ultima consacrazione. «Ha un potenziale da super giocatore. Bisogna vedere se quando gli mettono il volante in mano, se cioè si tratta di prendere per mano la squadra, si dimostrerà capace di guidare la Juve», ha lanciato la sfida al francese l'ex allenatore bianconero.
COME IN SUPERCOPPA - A questo punto tutto è nelle mani, o meglio nella testa di Paul Pogba: a lui e solo a lui spetta la definitiva assunzione di responsabilità. Che passa anche dalla scelta di calarsi il 10 sulle spalle. Un modo per dire che l'annata sarà quella giusta, che partito Tevez (e Pirlo e Vidal), l'ex assai rimpianto sulla sponda United di Manchester saprà caricarsi la Juve sulle spalle. La prima prova della stagione è stata brillante, tuttavia la prestazione in Supercoppa contro la Lazio è stata come l'alba luminosa di un giorno che, come capita al cielo di settembre, si è via via caricato di nubi dense. In campionato, di Pogba e più in generale di tutti i bianconeri, non si è ancora avuta traccia. Tanto meno nell'ultima gara allo Stadium quando, entrato nella ripresa per l'infortunato Marchisio, ha finito per deludere.