Follia City, trionfi Juve

Il club di Mansur ha investito sul mercato il doppio di Agnelli, ma i bianconeri hanno vinto di più

MANCHESTER - Questa sera, tra City e Juve, non vedremo soltanto una sfida a suon di gesti tecnici tra - ad esempio - Kevin De Bruyne e Alvaro Morata. Nemmanco, solo, un duello a colpi di mosse strategiche (più o meno riuscite, lo capiremo strada facendo) tra Manuel Pellegrini e Massimiliano Allegri. Vedremo anche - ed ecco il nocciolo della questione, in... soldoni - il confronto tra due metodi ben diversi di programmare le stagioni e operare sul mercato. Frutto, evidentemente, di ben differenti disponibilità economiche e bilanci con cui fare i conti. Diverse "potenze di fuoco", come le ama definire Andrea Agnelli (riferendosi cioè al budget entro cui l'ad Beppe Marotta deve districarsi tra le spese per il cartellino e gli ingaggi dei giocatori che gestisce). Ebbene, un dato su tutti: nell'ultima campagna acquisti, quella estiva, i dirigenti dei Citizen hanno fatto acquisti per la bellezza di 202 milioni di euro. Praticamente il doppio, vale a dire, dell'ammontare della cifra spesa dai colleghi bianconeri: 108 milioni investiti sui nuovi giocatori.

UN PO' DI NUMERI - Proprio così: il doppio. Come doppio, grossomodo, è il costo del cartellino di De Bruyne (l'acquisto più costoso del City: 74 milioni) rispetto a quello del cartellino di Dybala (l'acquisto più caro della Juve: 32 milioni di euro più altri eventuali 8 di bonus legati a rendimento e obiettivi raggiunti). Doppio, infine, è il computo degli investimenti in nuovi giocatori fatti dai Citizen rispetto a quelli fatti dalla Juventus dal 2010 (cioè dall'inizio della gestione di Andrea Agnelli, così il confronto è più indicativo): quasi 760 milioni contro 400 e rotti.

SVOLTA - Del resto quando il 1º settembre 2008 la società "Abu Dhabi United Group" del principe emirato Mansur bin Zayd Al Nahyan, figlio dell'ex presidente degli Emirati Arabi Uniti, acquistò il City dall'imprenditore tailandese Thaksin Shinawatra, beh, lo fece con il chiaro intento di rendere il club una delle società più importanti e vincenti d'Europa. Senza badare a spese, ovviamente. E per rendere chiaro il concetto, a poche ore dalla chiusura del mercato estivo, i nuovi vertici del club perfezionarono l'operazione fino a quel momento più costosa nella storia dei biancazzurri: l'acquisizione del brasiliano Robinho dal Real Madrid per 42 milioni di euro. Fu l'inizio di una escalation sontuosa, faraonica, fatta di colpi clamorosi e campagne salatissime culminate nell'estate del 2010 quando a disposizione del tecnico Roberto Mancini vennero messi giocatori del livello di David Silva, Aleksandar Kolarov, Mario Balotelli, Yaya Touré, Jerome Boateng, Edin Dzeko (vennero spesi oltre 180 milioni). Via così, da allora: rincuorati dal successo in FA Cup nel 2011, l'anno successivo gli uomini di Mansur non hanno lesinato gli sforzi (Aguero ciliegina sulla torta) e sono stati premiati con il trionfo in Premier League.

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