L’Italia di Conte, la Juve e la Roma in Champions: ridicolo aver paura dei sorteggi

Club quotati in borsa, manager da fior di milioni, allenatori affermati, calciatori tatuati e salariati ai massimi, fingono tremori diurni e notturni nel caso in cui da quelle urne dovessero sortire avversari pericolosi
L’Italia di Conte, la Juve e la Roma in Champions: ridicolo aver paura dei sorteggi© EPA

TORINO - Notti da incubo. Come potranno vivere o sopravvivere Juventus e Roma ora che non sono teste di serie di Champions league? Come la nazionale di Conte potrà affrontare il sorteggio di domani a Parigi non essendo, pure lei, prima e privilegiata nell’urna del sorteggio? E’ la solita manfrina dei poveri di spirito che vanno alla guerra ma preferiscono non soltanto morire ma nemmeno mettersi un cerotto in caso di escoriazione. Roba brutta e ridicola, club quotati in borsa, manager da fior di milioni, allenatori affermati, calciatori tatuati e salariati ai massimi, fingono tremori diurni e notturni nel caso in cui da quelle urne dovessero sortire avversari pericolosi, in grado di rispedirci a casa in minuti due. Prendete la Juventus che si è fatta del male da sola a Siviglia. Adesso si scrive del rischio che possa capitarle un Real di Madrid o un Barcellona o un Bayern. E allora? Non sei stata finalista dell’ultima edizione di coppa? Non ti sei rinforzata sul mercato? Non sei in fase di recupero anche in campionato dopo le prime “sivigliate” di stagione? E la Roma? Si guadagna la qualificazione con il minimo sindacale, con la peggiore difesa del mondo, con sei punti miserabili come certe buche della capitale medesima e che fa? Teme il peggio. Ma peggio di così dove pensa di andare?

I PROBLEMI - Anzi, ci sono tutte le premesse perché dopo tante sciagurate esibizioni Pallotta e la sua orchestra abbiano capito che il problema non è lo stadio nuovo e nemmeno il brand ma eventualmente il numero di brandy che la squadra prende durante le partite, ubriaca di un non gioco e di una assenza totale di personalità se non quella dimostrata in quattro occasioni stagionali. I due derby e le sfide contro la Juventus. Oltre, prima e dopo, la Roma può essere grandiosa o rometta, dipende dai gesti e dai gusti e così anche il sorteggio diventa un problema intestinale. Come lo è per la nazionale di Conte, la quale si regge in piedi a malapena vista l’invasione di foreign players sul territorio della serie A ma sa anche che a giocare contrro i deboli si rischia, chiedere informazioni a Lippi Marcello e ricordarsi del favoloso Ottantadue, quando dopo i tre primi pareggi striminziti con Polonia, Perù e Camerun trovammo l’orgoglio, il gioco, la forma, la sorte contro Argentina e Brasile, per finire poi con la Germania. Dunque che vengano pure le grandi, i bau bau a mettere paura ma a fare anche incassi sontuosi allo Juventus stadium e all’Olimpico romanista. A ribadire il concetto, domenica si giocano due partite cruciali, la Roma contro il Napoli e la Juventus contro la Fiorentina. Forse sono avversarie morbide queste per le due di Champions? Forse non è l’occasione giusta, anzi ideale, per dire la verità, per togliersi il burqa delle frasi da repertorio, per denunciare i propri crediti e spazzare vie le ultime perplessità? Io dico di sì, dunque la Roma di Garcia faccia vedere se è roba vera o meno, anche perché il Napoli di Sarri ha uguali urgenze. Idem, con contorno a scelta, per il toscano Allegri contro la Fiorentina dell’ex bianconero Sousa che venne allontanato da Torino per ragioni non tutte tecniche o tattiche e adesso va di gran moda. Nessuno ha detto di avere paura di queste partite. Il calendario, come il verdetto dei giudici, non si commenta. Si legge e poi si gioca e basta. Se sei forte davvero, dimostralo. In campo.

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