Marchisio: «Il gol? Per me è stata una liberazione»

Il centrocampista della Juve: «Pubblico di Siviglia straordinario, era difficile vincere qui»
MARCHISIO 7: Uno dei migliori: recupera palloni (e lo fa sia di  contrasto, sia d'intelligenza), smista il gioco. Se solo fosse più  assistito dai colleghi la sua opera sarebbe ancor più valorizzata. In  versione rigorista se la cava.© LaPresse

TORINO - Claudio Marchisio è stato uno dei protagonisti della vittoria della Juve sul Siviglia. Un suo rigore allo scadere del primo tempo ha permesso alla squadra di Allegri di trovare il pari, aprendo la strada per il successo: «Siamo felici perché abbiamo raggiunto un obiettivo importante - ha detto ai microfoni di Premium - Qui a Siviglia non era facile, hanno un pubblico incredibile che ha incitato la squadra anche sul 3-1. Il mister giustamente si è lamentato dei nostri ultimi minuti ma il pubblico gli ha dato veramente una grande carica. Non abbiamo fatto male, siamo riusciti a fare tre gol a una squadra che non aveva ancora subìto gol in Champions e siamo contenti. Dove può arrivare questa squadra con il recupero di tutti gli infortunati? Non possiamo saperlo e non dobbiamo neanche pensarci. Dobbiamo solo pensare al presente, abbiamo recuperato una partita in cui siamo andati subito in svantaggio e che poteva compromettere la qualificazione. Ora c’è il campionato dove non possiamo permetterci di poter giocare con meno cattiveria solo perché le altre squadre stanno sbagliando.

FOTO: FURIA SAMPAOLI

FELICITA' - «Il centrocampo può migliorare? Sì, possiamo e dobbiamo migliorare ma questa rosa è molto completa e ha grandi qualità. E’ normale che nei primi tre mesi della stagione in cui si giocano tante partite, ci possano essere alcuni giocatori che iniziano a sentire un po’ la stanchezza e può calare la lucidità. Io sono stanchissimo, giocare ogni tre giorni non è ancora semplice a livello muscolare. Devo lavorare ancora ma sono felice di come sta andando. Cosa ho pensato prima di tirare il rigore? Ho pensato a tenere la palla molto bassa perché il campo era pieno di buche e rischiavo di alzarla. Poi quando ho visto la palla dentro è stata una liberazione: dopo molti mesi festeggiare un gol è bellissimo».

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