La lezione del PSG, nessuna accusa all'arbitro: «Colpa nostra»

Né i media francesi, né la squadra di Emery accusa il direttore di gara tedesco che ha concesso due rigori piuttosto "generosi" al Barcellona. Una lezione per molti club italiani
La lezione del PSG, nessuna accusa all'arbitro: «Colpa nostra»© EPA

TORINO - «C’erano due rigori per noi, ma non abbiamo perso 6-1 per colpa dell’arbitro, è stata solamente colpa nostra. Mi vergogno per quanto successo e mi scuso con tutti i nostri tifosi. Il Barcellona ci ha costretto a giocare così bassi, siamo tutti molto tristi». E' un italiano che analizza la partita di ieri sera al Camp Nou, ma non sembra. Vivere all'estero fa sicuramente bene a Marco Verratti, che come molti suoi compagni e il suo allenatore, non se la prende con la direzione di gara dell'arbitro Aytekin che pure sarebbe discutibile, sia per i due rigori generosi (soprattutto il secondo su Suarez che "sviene" in area dopo essere stato sfiorato da un ingenuo Marquinhos) che per un paio di episodi sospetti (a partire dall'atterramento di Di Maria) nell'area del Barcellona. Di fronte a uno scenario del genere, in Italia, la scala mercalli degli aggettivi sarebbe partita da «scandaloso» come minimo, il dibattito parlamentare sarebbe stato intasato da decine di interrogazioni e qualcuno avrebbe pensato a un'edizione speciale in blu-ray della moviola con contenuti speciali.

 

LEGGERE E IMPARARE - E invece sfogli la stampa francese e ci trovi solo severissimi (e per altro meritati) processi al Psg, autocritiche, riflessioni. Alle ultracasalinghe decisioni dell'arbitro Aytekin lo spazio che meritano, poco, per completezza di cronaca. Una lezione per i lacrimosi club italiani, sempre pronti a scaricare la colpa su spalle altrui. Una lezione che non deve essere interpretata in modo integralista e definitivo, ma capita fino in fondo. Perché ci sono arbitro che condizionano la partita con le loro decisioni e di conseguenze partite il cui risultato è frutto degli errori dell'arbitro: in quel caso è giusto che i media lo sottolineino e i protagonisti protestino. Ma sono poche, sicuramente meno di quelle che scatenano l'ira funesta di presidenti, allentori e giocatori sconfitti dalle nostre parti. E poi ci sono le partite in cui la componente arbitrale è certamente una parte della sconfitta, ma non quella determinante. Basta leggere le dichiarazioni di un distrutto Emery a fine partita: «Abbiamo perso per tre motivi. Primo, perché i nostri giocatori sono mancati di personalità in alcuni momenti della partita. Secondo, per le decisioni arbitrali e terzo, per l'avversario che avevamo di fronte». Due su tre sono autocritiche che per altro occupano tutto il resto della disamina del tecnico, più interessato ad assumersi e far assumere ai suoi le proprio responsabilità che a cercare scuse. Leggere, imparare, provare a imitare.

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