© www.imagephotoagency.itTORINO - Da un lato il doppio duello tra Juventus e Barcellona in programma ai quarti di finale di Champions League: a poco meno di due anni di distanza dalla finalissima disputata dai due club a Berlino. Dall’altra il duello, anzi i duelli, sul fronte mercato: a poco meno di un anno dal tesseramento, da parte della Juventus, di Dani Alves (che dopo essersi svincolato dai blaugrana, il 27 giugno 2016 ha firmato il nuovo contratto con il club di corso Galileo Ferrais). A quanto pare, insomma, i destini di Juventus e Barcellona sono destinati a incrociarsi, e scontrarsi. Ergo, soprattutto, a quanto pare lo status della Juventus è - davvero - come auspicato quasi sei anni e quasi sei scudetti fa (ma anche e soprattutto 44 partite di Champions League fa) diventato quello di una big europea tale da collocarsi in pianta stabile tra gli altri top club europei. Quei top club che, appunto, all’inizio dell’era Andrea Agnelli sembravano collocati su un altro pianeta e che invece, ormai, non soltanto sono sullo stesso livello ma a volte si ritrovano pure ad inseguire. Inseguire Paulo Dybala, ad esempio. Con la concreta possibilità, però, di doversi rassegnare ad un due di picche (quantomeno per qualche altro anno, confidano in casa Juventus). E magari, per una volta - se i sogni di vendetta dei reduci da Berlino dovessero concretizzarsi - a inseguire pure in campo. Chissà, è rischioso azzardare pronostici. Persino, è impegnativo individuare una favorita della vigilia al netto di alti e bassi, risultati, rispettivi cammini. Tuttavia, è già possibile certificare - tornando al punto di partenza e a prescindere dagli esiti finali - che proprio i suddetti e continui incroci con il Barça rappresentano un nuovo (doppio) attestato di crescita da parte del club bianconero.