Champions League, Chiellini rassicura: «Juventus diversa da Berlino»

Rotta su Cardiff: il difensore inaugura con una conferenza congiunta l'Open Day che apre la settimana della finale
Champions League, Chiellini rassicura: «Juventus diversa da Berlino»© LaPresse

TORINO - Giorgio Chiellini spiega in conferenza stampa, nella settimana che porta alla finale di Champions, il segreto della solidità difensiva della Juventus. «I numeri sono relativi, la fase difensiva la facciamo in undici. La cosa importante è la disponibilità al sacrificio: il segreto è questo. Dalle persone che ci giocano davanti bbiamo un grande aiuto. Siamo una difesa solida e dovremmo dimostrarlo anche contro i grandissimi attaccanti del Real».

DEBUTTO - Chiellini era infortunato nella finale di Berlino. «Sto vivendo come i miei compagni che c’erano due anni fa: ci sentiamo diversi e migliori, a prescindere della qualità tecnica che è aumentata. Aver fatto certe partite ti aiuta ad arrivarci meglio».

LE CHIAVI TATTICHE - «Il Real è una squadra che sembra che stia sempre lì a giochicchiare, ma appena pensi di poter avere il sopravvento ti colpisce. Ho visto le gare con il Napoli, hanno giocatori straordinari in tutte le zone del campo. Noi dobbiamo continuare sulla nostra strada, fondamentale sarà l’approccio alla partita, vincere i duelli e mantenere l’ordine».

DIFFERENZE CON BONUCCI - «Lui è più abile con la palla io più marcatore? Ma dietro siamo in cinque di alto livello. Si parla della Bbc, ma non bisogna dimenticarci che gli altri due centrali giocherebbero titolari nel 90 per cento delle squadre d’Europa».

LA FINALE PERSA - «Nella testa dei giocatori rimane traccia del ricordo del passato. Sono abituato a trasformare le sconfitte in esperienza per il futuro, ci servirà nella gestione di determinanti momenti. Due anni fa la Juve ha disputato un primo tempo troppo di tensione, ma quella esperienza ci tornerà utile».

ISCO O BALE - «Se gioca Isco o Bale non è la stessa, sono due giocatori con caratteristiche differenti, meglio o peggio non esiste sono due fuoriclassi, ma dovremo prendere qualche accorgimento diverso».

PALLONE D'ORO - «Ho fatto tutta la carriera con Buffon e non mi rendo conto cosa vuol dire avere lui in porta. Sono stato fortunato, certi tiri erano semplici perché c’era lui. Non è giusto un Pallone d’Oro alla carriera, se lo merita per quello che fa, non per quello che ha fatto».

ONDA D'URTO - «Cercheremo di concedere il meno possibile, ci sarà bisogno del 100 per cento e a volte anche quel pizzico in più che ci è servito per non prendere gol contro il Barcellona. Sarà determinante riuscire a reggere l’urto della fase offensiva del Real che non si limita ai tre davanti. Come abbiamo dimostrato in Champions, bisogna tenerli il più lontano possibile dalla nostra potra e cercare di tenere il pallino del gioco in mano, altrimenti nell’ultima mezz’ora non ne hai più».

ALLEGRIA - «Il gruppo sudamericano abbastanza consistente è una parte importante dello spogliatoio, c’è grande rispetto e porta un po’ di allegria e spensieratezza che serve in questo momento e durante la stagione. Noi italiani siamo più bacchettoni. Fino alla mattina stessa sembra che vadano a giocare un’amichevole con gli amici del quartiere. All’inizio era difficile trovare un punto di incontro tra queste diversità, poi siamo stati bravi a trovare l’incrocio giusto tra un gruppo così eterogeneo anche per età».

CICLO INFINITO - «Due anni fa c’era la fine di un ciclo per età e scelte di vita, quest’anno ancora no. Se penso all’orizzonte di due tre anni allora dico di sì. La società però è lungimirante».

CONSAPEVOLEZZA - «Non è un caso che dopo due anni siamo ancora qui. E l’anno scorso siamo usciti agli ottavi contro il Bayern meritando di passare fino al novantesimo. La squadra, oltre a un profilo nazionale di altissimo livello, è cresciuta anche a livello internazionale. Mi aspetto che la Juve abbia una presenza fissa dai quarti in sù, ambire al top con continuità e non per caso»

LA SVOLTA CHAMPIONS - «La stagione europea è stata una crescita costante, il cambio di modulo ci ha dato nuova linfa, vitalità e ci ha permesso anche di divertirci. Se devo scegliere la partita della svolta dico Barcellona».

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