Juventus, Buffon: «Futuro? Ho parlato con il presidente…». Rinnovo in vista?

Il capitano alla vigilia della Champions League: «Loro concedono sempre un'opportunità...»
Juventus, Buffon: «Futuro? Ho parlato con il presidente…». Rinnovo in vista?© Getty Images

TORINO - Gianluigi Buffon ha parlato a Premium prima dell'incontro con i giornalisti alla vigilia della Champions League contro il Tottenham. La Juventus è chiamata a un'altra grande prova europea: «Se riusciremo a fare com'è nelle nostre possibilità, abbiamo l'opportunità di passare il turno. Serve una partita da squadra vera che scende in campo con una personalità spiccata. Peserà anche l'esperienza internazionale che negli ultimi anni ci siamo ricostruiti».

Ma ecco la conferenza stampa integrale:

Cosa significa giocare qui a Wembley per uno come te?

«E’ sicuramente una sfida molto accattivamente, dovuto al fatto che si gioca in uno stadio e un teatro storicamente significativo e incredibile, ma al di là dello stadio dobbiamo conquistarci una qualificazione che per la forza dell’avversario e del risultato dell’andata è sicuramente in salita. Ma a volte le cose in discesa ingannano più di quelle in salita».

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Qual è il tuo stato d’animo per questa partita che potrebbe anche essere l’ultima di Champions per te?

«Devo dire la verità, non mi ha sfiorato questo pensiero. Anche perché sono ottimista per natura. E poi credo, anzi mi auguro che, almeno per quest’anno, non sia l’ultima per me e per la Juventus. E’ importante che non sia l’ultima per la Juventus, questa è la cosa più importante».

Che partirà sarà?

«Secondo me il Tottenham è una squadra che ha delle caratteristiche e una assetto collaudato. Farà la partita che sa fare con un calcio propositivo, un calcio d’attacco, fisico e tecnico, che ci metterà sicuramente in difficoltà, però è anche un calcio che concede agli avversari di poter avere delle occasioni favorevoli. E quindi credo che si assisterò a una partita molto bella ed equilibrata. Chi sarà la squadra più cinica prenderà la qualificazione».

Nel 2018 non avete mai preso gol tranne che dal Tottenham: è la differenza tra Italia ed Europa o è una coincidenza?

«Non è una coincidenza. La nostra compattezza e la nostra fase difensiva rimarrà sempre una delle migliori in assoluto e lo dicevo anche a inizio stagione, quando la squadra veniva attaccata per i troppi gol subiti. Però ci sono anche le qualità dell’avversario e le sue caratteristiche. Il Tottenham ha un attacco eccellente, con le armi migliori proprio in attacco: quando hai gente come Kane, Alli, Erikssen… il golletto ci scappa, due sarebbe però troppo».

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Come si riparte, come si mette la testa dopo la tragedia di Astori?

«Si riparte perché lo impone la vita, perché altrimenti ti lasci inevitabilmente consumare da tutte le tragedie che inevitabilmente nel corso di una vita ti capitano o ti lambiscono. Soprattutto per noi che siamo calciatori e abbiamo avuto l’onore di stare vicino a una persona come Davide, io credo, visto e considerato che si faceva lo stesso lavoro, il modo migliore per ricordarlo è proprio quello di giocare, fare bene quello che sappiamo fare e di esaltare i valori dello sport e del calcio».

Si sente quel pessimismo di cui si parlava dopo la partita di andata che aveva fatto arrabbiare Allegri?

«E’ normale che la Juventus sia circondata da pessimismo quando non si vince. Abbiamo abituato così bene tutti che al primo mezzo stop è inevitabile che si storca la bocca, magari senza considerare i meriti e la bravura degli avversari che bene o male influenzano certi risultati, però sappiamo anche che abbiamo le carte in regola per fare la gara giusta domani e devo dire che quando la Juventus è un pochino stuzzicata o aggredita, quando è sofferente e perde un pochino di sangue dà il meglio di sé».

A che punto sono le riflessioni sul tuo futuro?

«Riflessioni già state fatte, dobbiamo solo definire.. le nostre idee combacino alla perfezione, ma non è il momento e il luogo di renderle pubbliche».

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«Che combacino» cosa significa?

«Che combaciano… questo è sicuro. Parlare di un singolo caso in questo momento in cui ci giochiamo tantissimo in Champions, in campionato e in Coppa Italia e non vorrei fare innervosire il mister (ride e di fianco a lui ride anche Allegri)».

La punizione di Erikssen dell’andata ti disturba ancora? Hai voglia di vendicarla?

«Ci sono situazioni che possono funzionare come stimoli individuali che spingono a dare il meglio. Questo è un approccio al lavoro che ho sempre avuto. Il mezzo errore mi disturba talmente tanto che nella gara successiva voglio delle risposte che mi diano delle certezze su quello che io penso di essere e sulla presunzione di fare il portiere a certi livelli e fare la differenza».

Higuain e Dybala magari non stanno benissimo fisicamente, ma psicologicamente hanno tanto…

«Beh, io non so se i casi singoli e in questo caso parlo del mio possono essere paragoniate agli altri, da cosa mi ricordi le migliori prestazioni che ho fatto è quando con la testa ho preparato la gara in un certo modo e sono stato in gara con la testa giusta, la rabbia giusta eccetera al di là del fisico. Quando stai troppo bene fisicamente sottovaluti l’avversario e in quel momento ti arriva la bacchettata sulle ditina».

Kane è come Batistuta come dice Pochettino?

«Sì, il paragone è pertinente. Come strapotere fisico e modo di giocare ci sono molte enalogie. Kane sta vivendo un periodo straordinario di forma fisica che poi inevitabilmente diventa psicologica. Quando hai questa convinzione che ti sostiene è molto più facile che le cose vadano bene»

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TORINO - Gianluigi Buffon ha parlato a Premium prima dell'incontro con i giornalisti alla vigilia della Champions League contro il Tottenham. La Juventus è chiamata a un'altra grande prova europea: «Se riusciremo a fare com'è nelle nostre possibilità, abbiamo l'opportunità di passare il turno. Serve una partita da squadra vera che scende in campo con una personalità spiccata. Peserà anche l'esperienza internazionale che negli ultimi anni ci siamo ricostruiti».

Ma ecco la conferenza stampa integrale:

Cosa significa giocare qui a Wembley per uno come te?

«E’ sicuramente una sfida molto accattivamente, dovuto al fatto che si gioca in uno stadio e un teatro storicamente significativo e incredibile, ma al di là dello stadio dobbiamo conquistarci una qualificazione che per la forza dell’avversario e del risultato dell’andata è sicuramente in salita. Ma a volte le cose in discesa ingannano più di quelle in salita».

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