L'intervista di Jason Burt prosegue toccando altri temi interessanti. In particolare quelli legati alla Juventus: «Partite come quella di stasera in Champions League sono come le prime alla Scala. Tutti gli attori hanno lo stesso tipo di emozioni di fronte alla gente, di fronte agli addetti ai lavori. Proprio come a teatro. Quando ho visto il sorteggio ero un po' deluso, un po' preoccupato ma fondamentalmente felice. E' stimolo positivo, una spinta. Giocare contro grandi squadre come il Real Madrid ti dà adrenalina. E lo farà per due grandi partite». Naturale finire di nuovo a Cardiff, alla sconfitta nella finale dello scorso anno: «Ho rivisto quella partita. Non sarebbe neanche un problema rivederla ancora. Mi ha aiutato a maturare e a essere ancora più sicuro delle mie convinzioni: per migliorare non è necessario correre troppo. Bisogna essere più tranquilli».
Conoscere i propri giocatori - «Quando arrivi di mattina al campo di allenamento, è importante sapere tutto dei propri giocatori. Il loro carattere. Perché magari qualcuno non ha dormito bene la sera prima, o magari ha avuto qualche problema con la moglie o i figli a scuola. Di conseguenza prepari un certo tipo di allenamento. Ovviamente la condizione fisica è decisiva». Un ultimo passaggio di questa lunga intervista è ancora sulla Juventus: «La Juve non sarà mai come il Real Madrid o il Barcellona perché la loro storia e il loro modo di giocare parlano per loro. Forse noi siamo più vicini al Bayern Monaco. Nel DNA della Juventus c'è sempre stata l'aggressività, l'impegno, il fatto di non arrendersi mai»