Nel 2003-04, l’anno dopo la finale di Manchester, appena venti milioni separavano i ricavi di Real Madrid (236,2 milioni) e Juventus (215,3), mai così vicine nella classifica Deloitte (seconda e quinta) ma con una differente composizione dei fatturati che avrebbe poi contribuito a segnare il calcio italiano: mentre i ricavi dalla tv rappresentavano per il Real appena il 32% (con il 23% del match day e il 45% dal commerciale), per la Juventus la tv copriva il 54%, il commerciale il 36% e il match day appena il 10%. Come si evince dal grafico in alto, nel 2006-07 con Calciopoli e la retrocessione in serie B l’andatura parallela subisce una divaricazione: la crescita madridista continua costante, i bianconeri invece sono in discesa libera con appena 145,2 milioni di fatturato, meno della metà di quello madridista. E’ il punto più basso della storia economica juventina: nella stagione successiva, con il ritorno in A, c’è la ripresa, ma ormai il Real Madrid è “scappato” e i due settimi posti del 2009-10 e 2010- 11, con l’esclusione dalla Champions e dai suoi munifici premi, interrompono la risalita bianconera. L’avvio dell’era di Andrea Agnelli ha permesso alla Juventus uno scatto importante, che non permette di agganciare il Real, ma almeno di mantenere la sua stessa andatura.