Pagina 2 | Juventus, inseguimento Real per restare tra i top club

TORINO - Juventus-Real Madrid è il tema caldo del momento, dallo spettacolo dei quarti di Champions sul campo alla costante ricerca di incrementare il fatturato. Se l’anno scorso il club bianconero ha surclassato i Blancos nei ricavi Uefa (110 milioni contro gli 81 guadagnati dagli spagnoli nonostante la vittoria in finale), analizzare l’andamento dei fatturati, senza le plusvalenze, dei due club negli ultimi quattordici anni permette di comprendere meglio quanto Calciopoli abbia avuto un impatto nefasto sui conti bianconeri determinando quel gap con i top club europei (oltre a Real, Manchester, Barcellona, Bayern, City) che la società di Andrea Agnelli sta cercando a fatica se nondi colmare almeno di mantenere inalterato. E per far ciò deve correre allo stesso ritmo strepitoso con cui viaggiano i club più ricchi al mondo.

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Nel 2003-04, l’anno dopo la finale di Manchester, appena venti milioni separavano i ricavi di Real Madrid (236,2 milioni) e Juventus (215,3), mai così vicine nella classifica Deloitte (seconda e quinta) ma con una differente composizione dei fatturati che avrebbe poi contribuito a segnare il calcio italiano: mentre i ricavi dalla tv rappresentavano per il Real appena il 32% (con il 23% del match day e il 45% dal commerciale), per la Juventus la tv copriva il 54%, il commerciale il 36% e il match day appena il 10%. Come si evince dal grafico in alto, nel 2006-07 con Calciopoli e la retrocessione in serie B l’andatura parallela subisce una divaricazione: la crescita madridista continua costante, i bianconeri invece sono in discesa libera con appena 145,2 milioni di fatturato, meno della metà di quello madridista. E’ il punto più basso della storia economica juventina: nella stagione successiva, con il ritorno in A, c’è la ripresa, ma ormai il Real Madrid è “scappato” e i due settimi posti del 2009-10 e 2010- 11, con l’esclusione dalla Champions e dai suoi munifici premi, interrompono la risalita bianconera. L’avvio dell’era di Andrea Agnelli ha permesso alla Juventus uno scatto importante, che non permette di agganciare il Real, ma almeno di mantenere la sua stessa andatura.

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Nel 2003-04, l’anno dopo la finale di Manchester, appena venti milioni separavano i ricavi di Real Madrid (236,2 milioni) e Juventus (215,3), mai così vicine nella classifica Deloitte (seconda e quinta) ma con una differente composizione dei fatturati che avrebbe poi contribuito a segnare il calcio italiano: mentre i ricavi dalla tv rappresentavano per il Real appena il 32% (con il 23% del match day e il 45% dal commerciale), per la Juventus la tv copriva il 54%, il commerciale il 36% e il match day appena il 10%. Come si evince dal grafico in alto, nel 2006-07 con Calciopoli e la retrocessione in serie B l’andatura parallela subisce una divaricazione: la crescita madridista continua costante, i bianconeri invece sono in discesa libera con appena 145,2 milioni di fatturato, meno della metà di quello madridista. E’ il punto più basso della storia economica juventina: nella stagione successiva, con il ritorno in A, c’è la ripresa, ma ormai il Real Madrid è “scappato” e i due settimi posti del 2009-10 e 2010- 11, con l’esclusione dalla Champions e dai suoi munifici premi, interrompono la risalita bianconera. L’avvio dell’era di Andrea Agnelli ha permesso alla Juventus uno scatto importante, che non permette di agganciare il Real, ma almeno di mantenere la sua stessa andatura.

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