Juve, il tattico Maldera spiega tutti i segreti del Valencia

«La squadra spagnola soffre gli inserimenti dei centrocampisti. I bianconeri devono stare attenti alle ripartenze»
Juve, il tattico Maldera spiega tutti i segreti del Valencia

TORINO - E’ Champions League, ma a sentire Amedeo Carboni - leggenda italiana del Valencia - stasera la Juventus si troverà di fronte una squadra molto italiana al Mestalla. «Concordo - aggiunge il match analyst Andrea Maldera. Quella di Marcelino è una squadra molto tattica, con una identità precisa ». Maldera, che lavora per l’Ucraina del ct Shevchenko e in passato è stato il tattico di Allegri al Milan, ha studiato per Tuttosport le due squadre.

Partiamo dal Valencia, che in Liga non ha ancora vinto: è davvero in difficoltà come dicono i risultati?
«In campionato non sono partiti bene e non è un caso che le prestazioni negative siano coincise con l’assenza per infortunio di Garay. L’argentino è un centrale d’esperienza che trasmette leadership a tutta la linea difensiva. Lo scorso anno si è rivelato un elemento determinante per la rincorsa alla Champions della squadra di Marcelino: senza di lui il Valencia perde parecchio, è più vulnerabile».

Dovesse fotografare tatticamente gli spagnoli?
«Il marchio di Marcelino, fin dai tempi del Villarreal, è un 4-4-2 fatto bene. In fase di non possesso sono una squadra molto diligente, applicata, compatta. Quando hanno palla gli avversari tendono a “stringersi” centralmente (immagine 3) concedendo pochissimi spazi tra le linee: preferiscono concedere le corsie esterne. E’ una squadra molto equilibrata, con uno stile simile a quello dell’Atletico Madrid di Diego Simeone: il Valencia lavora bene sugli intercetti, sulle seconde palle ed è molto abile nel chiudersi occupando tutti gli spazi».

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Che tipo di partita dovrà fare la Juventus al Mestalla?
«Molto paziente, senza forzare le giocate».

Spieghi pure...
«I bianconeri dovranno avere tanta pazienza nella gestione della palla aspettando il momento giusto per cercare l’imbucata tra le linee o in profondità: Pjanic da questo punto di vista sarà fondamentale. E importantissimi, in fase offensiva, saranno i movimenti tra le linee di Cristiano Ronaldo (immagine 1) e di un altro attaccante. Oltre alle sovrapposizioni a turno di un terzino per dare ampiezza e allargare il gioco».

C’è dell’altro?
«Un’altra soluzione della Juventus sono gli inserimenti delle mezzali (immagine 2). Nel momento in cui Cristiano Ronaldo riceve palla tra le linee, la mezzala (Matuidi o Khedira) può far male buttandosi alle spalle della difesa avversaria. Per il Valencia sarà difficile assorbire e marcare gli inserimenti dei centrocampisti perché in quel modo si troverebbe obbligato a concedere tempo e spazi pericolosi a un attaccante straordinario come Ronaldo. Il portoghese è letalequando parte da sinistra, giocando a ridosso di una punta centrale come Mandzukic, abituato a far giocare bene tutti i suoi partner. Il terzo uomo del tridente juventino è quello che invece dovrà attacare maggiormente anche in ampiezza. L’importante per la Juventus sarà non farsi prendere dalla frenesia. Ripeto: forzare le giocate contro il Valencia è particolarmente pericoloso».

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Perché?
«Sono abili in fase di intercetto e micidiali quando ripartono. Rodrigo è il giocatore più importante per la fase offensiva della squadra di Marcelino. L’attaccante della Spagna è bravissimo ad attaccare gli spazi, è esperto, calcia bene in corsa: se gli concedi spazio, è devastante».

La situazione in cui il Valencia è più velenoso?
«Quando è in possesso di palla Parejo (immagine 4), che è l’uomo di maggiore qualità del centrocampo, la difesa della Juventus dovrà “scappare” - cioè correre verso la propria porta - con i tempi giusti per non concedere la profondità a Rodrigo. Mi aspetto un Valencia “basso” e compatto davanti alla propria area di rigore pronto a riconquistare palla e verticalizzare immediatamente per Rodrigo. La squadra di Allegri per limitare questa caratteristica del Valencia dovrà lavorare bene a livello di marcature preventive. Tanto per capirci: anche quando i bianconeri saranno in possesso di palla ci sarà qualche giocatore che dovrà muoversi pensando a un’eventuale ripartenza degli spagnoli».

La Juventus ultimamente soffre i cross: qual è il problema?
«Penso sia una coincidenza, una questione di attenzione: parliamo di Bonucci, Chiellini, Benatia, tutti difensori esperti. In Champions dovranno alzare la soglia della concentrazione perché in Europa non ti perdonano nulla. Il Valencia non ha dei grossi colpitori a parte Batshuayi e Santi Mina».

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TORINO - E’ Champions League, ma a sentire Amedeo Carboni - leggenda italiana del Valencia - stasera la Juventus si troverà di fronte una squadra molto italiana al Mestalla. «Concordo - aggiunge il match analyst Andrea Maldera. Quella di Marcelino è una squadra molto tattica, con una identità precisa ». Maldera, che lavora per l’Ucraina del ct Shevchenko e in passato è stato il tattico di Allegri al Milan, ha studiato per Tuttosport le due squadre.

Partiamo dal Valencia, che in Liga non ha ancora vinto: è davvero in difficoltà come dicono i risultati?
«In campionato non sono partiti bene e non è un caso che le prestazioni negative siano coincise con l’assenza per infortunio di Garay. L’argentino è un centrale d’esperienza che trasmette leadership a tutta la linea difensiva. Lo scorso anno si è rivelato un elemento determinante per la rincorsa alla Champions della squadra di Marcelino: senza di lui il Valencia perde parecchio, è più vulnerabile».

Dovesse fotografare tatticamente gli spagnoli?
«Il marchio di Marcelino, fin dai tempi del Villarreal, è un 4-4-2 fatto bene. In fase di non possesso sono una squadra molto diligente, applicata, compatta. Quando hanno palla gli avversari tendono a “stringersi” centralmente (immagine 3) concedendo pochissimi spazi tra le linee: preferiscono concedere le corsie esterne. E’ una squadra molto equilibrata, con uno stile simile a quello dell’Atletico Madrid di Diego Simeone: il Valencia lavora bene sugli intercetti, sulle seconde palle ed è molto abile nel chiudersi occupando tutti gli spazi».

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